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Quel 29 maggio alle 9.00 della mattina

Me lo ricordo perfettamente quel 29 maggio in cui la terra ha tremato nella zona a nord di Modena. Ero in strada e stavo dando delle riposizioni al giardiniere che era impegnato a potare la siepe in giardino.

All’improvviso ha sentito un doppio colpetto sotto i talloni, dopo un attimo fuggente un secondo doppio colpetto, più forte. Il tempo di dire ad alta voce, quasi urlato, Terremoto e subito è arrivata la scossa ondulatoria diventata decisamente più impressionante per lo straziante rumore emesso dalle impalcature di una casa in costruzione a pochi passi ed i muratori che si precipitavano dalle stese urlando.

Finita la scossa vera e propria è stato il continuare dello sferragliamento di quelle strutture metalliche a rendere ancor più lungo ed angoscioso il patema d’animo con mia madre già ultra ottantenne che mi diceva agitatissima dalla finestra che era venuta a meno anche la luce.

Questo rimase tale per almeno 30 minuti abbondante, La strada che si è velocemente riempita ed il giardiniere che sospese il lavoro per correre a casa.

notare l’andamento delle tegole nella zona a sinistra DEL TETTO

Cosa impressionante fu comunque il marzo successivo, quando, ritornando da un esame clinico da Finale, notai sul tetto di una vecchia casa colonica rimasta miracolosamente in piedi “l’immagine” lasciata dall’onda sismica impressa sulla posizione delle tegole del suo tetto.