Per tradizione negli anni, quando era il ristoratore di riferimento per gli uomini di Ferrari e Maserati visto che il suo locale si trovava a metà strada tra le due sedi storiche di Ferrari, V,le Trento Trieste e Maserati v:le Ciro Menotti, la sua puntata a Montecarlo ha sempre e solo riguardato i giorni delle prove in quanto considerati quelli determinanti in funzione del risultato finale.
Ancor oggi è fedele a questa sua “tradizione” anche per evitare il caotico ristorno notturno alla domenica sera dopo la gara. Anche domenica ha seguito la gara all’interno dell’ auditorium Enzo Ferrari, covo di raduno dei ferraristi dei 5 continenti e di alcuni degli ex fedeli di Maranello.
Si era portato una bottiglia di spumante tenuta in fresco sino all’ultimo momento, con la borsa termica, ma alla fine della gara la stessa è rimasta tale senza essere stappata. Nell’entusiasmo sì, ma anche nella concretezza della situazione si è preferito tenerla per festeggiare in altra occasione in cui la situazione risulti essere più concreta e non in funzione di alcune concomitanze favorevoli che non sono sfuggite a chi è sì tifoso Ferrari ma sente le vere basi del risultato finale.
Aspettano una vittoria diretta su Vetstappen, quando il campione del mondo fa parte della vera lotta per la vittoria finale in gara ed una Ferrari lo relega sul secondo gradino del podio. Una Ferrari, Leclerc o Sainz non fa la differenza, come era il concetto alla base con cui rispondeva Ferrari ai piloti quando speravano da parte sua un supporto psicologico, un ringraziamento, una felicitazione, al loro rientro a Maranello dopo la gara con la coppa del vincitore: “Chi ha vinto? Una Ferrari!”
Risposta data a Giancarlo Baghetti per la sua vittoria al debutto su una Ferrari di F.1 nel mondiale e a Villeneuve, in questo caso indiretta e riportata, dopo il problema di Imola quando il canadese avrebbe gradito un supporto maggiore.