Uno dei parametri che hanno caratterizzato il G.P. di Monaco è quello di essere stato il precursore nelle gare del Campionato Mondiale di F.1 sulla strada “imprestata” alla pista.
Imprestata in quanto dopo poco tempo che si concludono prove e gara, con la presenza delle monoposto, vengono spostate alcune delle barriere che delimitano il tracciato e sullo stesso riprendono a girare le più prestigiose vetture stradali tra lusso e gran turismo.
In questo aspetto ” glamour” c’é un principino che è alla ricerca del proprio regno per aprire un ramo cadetto della dinastia Grimaldi che trova in questo sogno un ulteriore momento di “sviluppo” in quanto Leclerc, al contrario degli altri piloti che vi risiedono, è l’unico ad essere cittadino a tutti gli effetti e la sua vittoria sarebbe un ulteriore ed importante biglietto da visita per l’immagine congiunta.
Gli “assalti” che sinora sono stati portati a termine si sono tutti conclusi con risultati che non corrispondono alle necessità del pilota e quella del Principato vero e proprio.
Se si conteggiano le assonanze negative che si sono accompagnate sinora con qualche pozione e che un “pellegrinaggio” a Santa Devolta, che si trova a proteggere la prima curva dopo la partenza, potrebbe essere d’obbligo.
Quest’anno, sempre secondo le dichiarazioni sulle aspettative del pilota e dei vertici del reparto corse di Maranello, vi sono tutti i presupposti per rientrare nelle prerogative vincenti a partire dalla pole per concludere ad alzare il trofeo principesco dedicato al tracciato stesso.
La seconda opzione quanto mai correlata con la prima, almeno sino a quando si possono gestire le tempistiche di pista a fronte del pit stop, anch’esso a suo tempo momento negativo a fronte della posizione tenuta in gara.
In questo ottimismo, che tiene conto del ridotto ritardo complessivo a fine dell’ultima gara nei confronti di Verstappen e non certo delle prestazioni della Red Bull 20, si innesta una visione meno edulcorata delle cose da parte di Carlos Sainz, che sinora è ancora l’unico pilota ad avere portato alla vittoria una Ferrari, in stagione, anche da “esodato”.
Il lavoro svolto a Maranello in questi ultimi giorni, al rientro dalla gara di Imola, non sembra aver creato delle aspettative che riescano a far sentire al madrileno sensazioni forti per il risultato finale assoluto che sarebbe, per lui, un momento per allungare la lunghezza e consistenza di quel cerino che tiene nelle sue dita e rappresenta la possibilità concreta di essere ancora presente in un team di vertice per i prossimi anni.
Le ultime voci, che lo riguardano, parlano di un possibile suo accasamento biennale in Williams che, con Sauber, è però la squadra che sinora non ha acquisito punti iridati.