Nelle prime pagine di Le Mie Gioie Terribili parlando del suo ultimo periodo in Alfa Romeo per quella diversità di opinioni con i vertici aziendali milanesi che lo portò al divorzio ed al suo rientro a Modena dove per 4 anni non avrebbe potuto utilizzare il proprio nome e marchio nelle competizioni, si sintetizza quello che è oggi di vertice per la ristrutturazione della GES nel tentativo di avere una monoposto competitiva e versatile.
“Io sostenevo invece che la macchina da corsa doveva essere il compendio del lavoro di una piccola officina ausiliaria, dotata di ottimi mezzi e di un suo particolare e duttile stato maggiore, per tradurre rapidamente, in una meccanica viva, idee e progetti tecnici.“
Tutte parole che, singolarmente e complessivamente, sono ancor oggi, ad oltre 84 anni di distanza, quanto mai di attualità e replicate dagli attuali uomini di vertice della GES per trovare la soluzione ai problemi ed alle limitazioni che hanno caratterizzato la scorsa stagione della SF-23.
Un concetto che peraltro è seguito anche dalle squadre concorrenti della Ferrari, in particolare per quanto il punto l’aspetto “dotata di ottimi mezzi”, che prevede la possibilità di disporre delle necessità economiche che possano esulare dal più conosciuto Budget Cap in modo da avere delle strutture di progettazione, simulazione e realizzazioni dei nuovi componenti che abbiano una ampia velocità di aggiornamento per equipararsi nei confronti dei centri di progettazione più elevati e competitivi.
La meccanica viva, come la chiamava Ferrari, che rappresenta la sintesi d’arrivo il più rapidamente possibile delle idee e dei progetti tecnici.