Tra le espressioni di coloro che si possono definire effettivamente scienziati e coloro che fanno delle loro informazioni di massima lo scopo per influenzare l’opinione pubblica fornendo i dati che vogliono che siano conosciuti e che possono creare il viatico per imporre delle soluzioni che sono spesso simili a “se non è zuppa è pan bagnato”.
Un paio di scienziati, laureati in Fisica, che hanno anche fatto parte di ARPAE hanno relazionato, grazie ad Unimore, su quello che è stato il passato che ha gravato sulla nostra vita e quello che si pensa potrà essere il nostro futuro se non si prendono dei provvedimenti drastici, concreti e non certo con i risvolti politici come base di “voti di scambio” ecologico.
Persone che hanno snocciolato dei dati concreti, con una precisa descrizione delle percentuali di responsabilità dovuti allo stile di vita della razza umana. Dati di cui hanno fornito anche le origini che sono possibili da raggiungere da chiunque sia fornito di un computer e voglia andare conoscere le raccolte dei dati anche se ancor oggi la vera analisi è legata ai dati del 2021 mentre quelli dell’anno scorso sono in elaborazione.
Una cosa certa è che sussistono due tipi di inquinamento. Il primo si definisce diretto è quello con cui ognuna delle attività umane immette nell’atmosfera delle componenti inquinanti. Il secondo è quello che si “crea” nella stessa atmosfera tra gli scambi chimico fisico per cui si creano nuovi elementi inquinanti che ovviamente arrivano a limitare lo smaltimento di quelli “originali”.
Ognuna delle attività umane ha una propria incidenza, nessuna esclusa e non esiste un peculiarità su cui si possa intervenire in modo univoca. Il tutto corrisponde poi ad un effetto di increment0 della temperatura ambiente che a sua volta viene tenuta ad alto livello anche coll’utilizzo spesso esasperato dei condizionamenti d’aria che nello scambio introduce calore nell’atmosfera.
Allevamenti intensivi, agricoltura, industria, produzione di energia elettrica, riscaldamento domestico e mobilità sono tutti gli aspetti che contribuiscono a creare delle situazioni che poi la conformazione orografica, come quella della pianura Padana, arrivano a rendere ancora più gravosi.
A contribuire ad incrementare certi livello d’inquinamento contribuiscono anche gli aspetti delle speculazioni finanziarie che coinvolgono alcune delle materie prime per cui, per il riscaldamento domestico ci si è rivolti, in particolare, al ritorno nell’utilizzo della legna e dei pellet che hanno contribuito ad un bell’incremento percentuale di alcuni inquinanti in atmosfera oltre a causare disboscamenti incondizionati di foreste nell’est dell’Europa.
Disboscamenti che si trasformano in una mancata rigenerazione in ossigeno del processo della sintesi clorofilliana