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Diego Ioverno è la novità al muretto del Canada

Diego Ioverno è forse l’unico responsabile di “settore”, all’interno della Ferrari corse di F.1, che ha ottenuto un successo indiscusso in quello che è stato il suo compito, da concretizzare, durante l’inverno: avere a disposizione un paio di Crew di meccanici perfettamente amalgamati tra di loro ed in grado di riportare il team ai vertici delle prestazioni “secche” e corrispondenti a consolidare i tempi del cambio gomme sempre più prossimi e con costanza ai 2″ netti.

Due crew complete e non solo l’aspetto degli inserimenti “sporadici” per quel turn over che è quanto mai necessario con un programma gare complesso e concentrato nel tempo. Il nuovo concetto di crew e la concretezza messa in atto nell’apposita struttura dedicata in quella che è l’evoluzione degli spazi aggiunti alla nuova struttura della Ges devono trovare applicazione anche negli altri settori di competenza per il lavoro sulla due monoposto.

Ora Diego Ioverno è stato portato ancor più in prima linea e da oggi sarà tra coloro che siedono al muretto davanti al box Ferrari. Per lui prendere confidenza e nel caso sviluppare ulteriormente alcune delle incombenze che sino ad ora erano in carico al D.S. Mekies che è in partenza, per assumere l’incarico di team principal in Alfa Tauri, e che deve passare progressivamente le consegne concretamente prima di essere lasciato libero in un braccio di ferro tra i vertici Ferrari e quelli Red Bull per l’interscambio di tecnici.

L’ingegnere del reggiano dovrà pertanto portare la sua esperienza concreta, per contribuire a risolvere le altre problematiche ancora in essere e che riguardano l’estrapolazione delle qualità intrinseche nel progetto SF-23 e successive evoluzioni, che sino ad ora sono sembrate essere un araba fenice, nonostante le ripetute allusioni di Fred Vasseur..

Anche in Canada la Ferrari proseguirà il proprio lavoro di esplorazione ed estrapolazione delle recondite virtù che sinora sono risultate inespresse. La costanza, nelle prestazioni sulla lunga distanza, per sfruttare meglio la prestazionalità delle gomme e non solo sulla prestazione dell’unico giro veloce in cui le cose sembrano andare leggermente, ed ogni tanto, meglio.