Sergio Perez ha letteralmente dominato, a mani basse, il G.P. dell’Arabia Saudita lasciando ad Alonso solo l’illusione dei primi giri in testa. Poi ha dovuto solo difendersi da un fantastica Max Verstappen che già da metà gara, o poco più, ha cominciato a tampinarlo, partendo dalla 15a casella, alternandosi al vertice dei giri veloci, conquistato dal campione del mondo proprio all’ultimo giro.
L’ olandese ha così mantenuto il vertice della classifica piloti, sia pure proprio solo per il punto del giro veloce, ed ha portato la squadra al vertice della classifica costruttori, 87 punti, con il doppio dei punti nei confronti della bistratta Mercedes che di punti ne ha 41, seguita dall’Aston Martin a quota 35 e la Ferrari inesorabilmente ferma in 4a posizione a quota 26.
A proposito della Ferrari non c’è altro da dire che la Super Fragile, si è presentata in gara con la sostituzione dei due motori, non ha delle prestazioni che possano consentirgli, almeno, di confermare i risultati della bistrattata monoposto dell’anno passato.
Unica cosa che sembra essere positiva a Maranello e dintorni è che le gomme non si sono deteriorate come avveniva in passato ma il suo ritmo non ha consentito di essere davanti alle Mercedes, con Leclerc che dopo essere risalito dal 12° posto della partenza si è plafonato alle spalle del compagno di squadra Sainz che sin dalla partenza ha perso la sua quarta posizione.
Una nota a giustificazione, almeno simbolica, del risultato Ferrari è la tempistica con cui è stato fatto il pit – stop per entrambi i piloti, proprio un attimo prima che entrasse in pista la Safety Car per il problema che ha portato al ritiro di Stroll con un problema al disco freno anteriore destro.
Tutti, nel periodo in cui la gara è stata in pratica “neutralizzata”, hanno sfruttato l’occasione per cambiare i pneumatici senza perdere quello stesso tempo perso dai piloti Ferrari, sia pure con un tempo di cambio gomme veramente molto veloce, segno evidente che il lavoro fatto a Maranello nell’inverno ha migliorato la crew della pista.
Una Safety Car che è apparsa ai più essere inutile o quasi, a fronte di quella che era la vera posizione della Aston Martin di Stroll già posizionata dietro le barriere con una sola percentuale, minima del posteriore che “sporgeva”.
L’unica vera certezza è che la Red Bull ha una marcia in più a fronte delle avversarie e sembra poter veleggiare alla riconferma iridata, che l’Aston Martin, con Alonso terzo sotto il traguardo ma poi ha dovuto lasciare la posizione a Russell per una serie di penalizzazioni, che è stata sviluppata al meglio per sfruttare al meglio tutto il retro treno della Mercedes che ha dimostrato di essere competitivo e quindi ci si può aspettare che presto la casa madre possa emergere.
La Ferrari deve rivedere i propri programmi di sviluppo perché il poter recuperare 61 punti, di distacco attuale, non è un gioco da ragazzi. Bella gatta da pelare anche per i piloti che hanno capito come le cose siano oggi plafonate verso il basso e che per loro vi sarà la necessità di un lungo lavoro al simulatore per raccogliere dati sui possibili sviluppi.