La Ferrari Super Fragile 23, ovviamente la monoposto n°16 di Charles Leclerc, ha fatto anche un pò la figura del giullare di corte come si identifica con il numero 23 nella smorfia napoletana, nella gara di debutto.
Lasciando a parte quanto successo sul cablaggio che ha dimostrato che, in certe condizioni e quando sollecitato in modo “anomalo”, non ha quel livello di affidabilità che è richiesto, come base per rincorrere la Red Bull e per rimettersi subito alle spalle Mercedes ed Aston Martin, nel fine settimana si sono manifestate delle situazioni che raramente hanno fatto una frequenza così persistente in Ferrari.
Situazioni che fanno un parallelo con un certo Chris Amon la cui carriera in Ferrari è stata costellata di problematiche, impensate e per certe volte ridicole.
Il problema del cablaggio non solo è stato confermato come progettuale e non come errore umano negli interventi che si sono resi necessari prima della partenza.
E’ stato individuato e sviluppato in positivo, anche per la macchina di Sainz, e ciò fa si che, se tutti i test di controllo continuano ad andare a buon fine, il pilota monegasco dovrebbe evitare le prime penalizzazioni in stagione, con un arretramento sullo schieramento di partenza, a fronte di quanto ottenuto dal risultato del cronometro.
Super Fragili si sono invece mostrati dei componenti che solitamente non hanno mai fatto parte delle carenze in casa Ferrari. La fragilità che preoccupa maggiormente, è quella rappresentata dalla proposta di sviluppo dell’alettone posteriore e del suo supporto singolo centrale.
In alcuni filmati, quando quest’ala aveva già evidenziato un problema al “meccanismo” del DRS ed era stata accantonata a fine dei test di sviluppo, si è visto come la stessa inneschi delle oscillazioni che non solo sono deleterie ma che evidenziano anche una carenza strutturale in cui si amplifica una sorta di risonanza che oltre ad annullarne l’efficenza ne innesca un cedimento.
Non è pertanto da escludere, visto il problema emerso al cablaggio, che vi possa essere un problema tra scocca e motore per cui il sistema entri in vibrazione che la modalità di struttura posteriore a sbalzo mette ancor più in evidenza.
Per avere un’ulteriore risposta, visto che sembra che ciò non si è presentato in modo così evidente sulla monoposto di Sainz, sia opportuno allestire una monoposto ex novo per Leclerc con una nuova scocca, opportunamente analizzata ai banchi prova per flessione, torsione ed eventualmente rinforzata.