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FERRARI F1

Accelerare troppo può portare a sbandare

Ve lo ricordate quanto tempo si è preso John Elkann per decidere chi sarebbe stato l’A.D. della Ferrari in funzione delle aspettative per il futuro, prima di decidere per il nome di Benedetto Vigna che poi si sta dimostrando l’uomo forte ed anche duro di Maranello?

La calma è dei forti e la sostituzione di Mattia Binotto è un passaggio che deve essere molto ben ponderato in funzione di quelle che possono essere le prospettive future della F.1 con uno sguardo a lungo temine, quello che sarà incentrato su quelle che dovranno essere gli assetti strutturali a fronte del 2016.

Ricordo quando vi fù l’arrivo di Jean Todt che per sei mesi o quasi analizzò ogni singola componente dell’allora reparto corse, la GES, sia per quanto concerne uomini e mezzi strumentali, per il lavoro. Poi una bella mattina convocò i singoli responsabili di reparto, chiese lumi e li confrontò con quelle che erano state le sue constatazioni ed intuizioni per il futuro.

Ci sono voluti, allora, alcuni anni prima che la evoluzione cominciasse a concretizzarsi con la serie storica di vittorie tecniche e sportive, un vero monopolio, a tesaurizzare anni di impegni e di confronti tra uomini.

Un fare squadra che aveva anche delle implicazioni psicologiche nel rapporto con tutto il personale, nessuno escluso. L’attenzione per quelle che potevano essere le situazioni famigliari che potessero incidere sulla tipologia e risultato del lavoro al massimo livello.

C’è però una scadenza che mette fretta o comunque richiede un impegno importante per evitare che le decisioni di un nuovo corso, sia pure con delle scadenze non immediate possano danneggiare la posizione “politica” della Ferrari, che si ripercuota negativamente sulle prossime necessità strutturali ed agonistiche.

E’ la riunione plenaria degli stati maggiori della FIA che è prevista a Bologna a dicembre, voluta dal neo Presidente che vuole cominciare a lasciare dei segni importanti per il suo nuovo mandato, post Tot e che non si può dire che navighi in acque calme visto quanto successo in funzione dei controlli sul budget cap di F.1 e del personale presente ai vertici della Fia.

Fia che bisogna ricordare non è solo F.1 e competizioni in generale ma ha l’onere di una gestione globale nel mondo dell’automobile e della mobilità, ricordando la campagna sulla sicurezza stradale voluta, come fiore all’occhiello dal presidente uscente e che non può passare nel dimenticatoio come puro tutto quanto riguardi la transizione ecologica.

La Ferrari e Binotto sono una piccola “provincia” a fronte del concetto mondiale della mobilità ma hanno una particolare importanza nel settore delle competizioni di F.1 e che non bisogna vedere dispersa in un momento di “vacanza” di potere e gestione, vedasi il diritto di veto a fronte di certe decisioni che potrebbero essere basilari.

Prima di accedere ad una decisione importante, proprio in funzione di quello che potrebbe succedere a Bologna, forse sarebbe opportuna una gestione ad interim che d’altronde si rende necessaria anche in funzione di un inizio della riorganizzazione dal 1 gennaio, anche in funzione dello stato dell’arte per il progetto 675.