Max Verstappen, oltre a tutti i titoli iridati che ha messo in saccoccia tra piloti e costruttori, da oggi ha stabilito il nuovo record di vittorie in stagione portandosi a 14 successi che hanno cancellato ogni precedente riferimento “storico”.
Ora è lui, l’olandese, la cartina di tornasole a tutti i livelli: qualifica e gara. Non è solo una questione di monoposto. Lui sfrutta al meglio ciò che gli viene messo a disposizione e sopra tutto non commette nessun errore piccolo o grande che sia.
Partito in testa, con un ottima partenza, non ha avuto avversari, fatte salve le tempistiche previste per il susseguirsi dei pit stop. Alla fine si è permesso il lusso, in 71 giri, di doppiare tutti coloro che si sono classificati dopo il 6° posto. Ha risparmiato la Ferrari di Leclerc che ha lamentato comunque un ritardo considerevole rimanendo anche alla spalle del compagno di squadra Sainz.
Red Bull dominante, con un Perez he sperava di essere la punta di diamante della squadra di fronte al suo pubblico ed ha dovuto accontentarsi del 3° gradino del podio in quanto Hamilton ha dimostrato che la Mercedes ha finalmente raggiunto quel livello di competitività che sperava di avere all’inizio della stagione, e nel pit stop ha tentato la carta delle gomme più dure mentre Verstappen è passato dalle soft alle medie.
Un azzardo che non ha pagato visto il ritardo che ha poi, sotto la bandiera a scacchi, ha lamentato un ritardo consistente.
La Ferrari ha fatto una corsa in cui ha visto di giro in giro sbiadire il colore rosso in un rosa pallido, evanescente. Terza forza in campo senza se e senza ma, con un mistero che ha riguardato anche la taratura nella pressione del turbo per salvaguardarne la incolumità, compresa quella della parte endotermica del motore e le solite carenze per quanto concerne l’assetto.
E dire che prima della gara le voci ricorrenti parlavano di una opzione in grado di “garantire” la pole e che avrebbe dovuto prefigurare la base del motore da utilizzare il prossimo anno, visto che queste ultime gare sono state decriptate e impostate proprio per configurare la fase di rifinitura del progetto per la monoposto del 2023, raccogliere i dati per la messa a punto anche del simulatore con cui sembra che le cose, per ora, si interfaccino abbastanza bene.
Se non vi sono state delle grosse emozioni, confrontando la classifica dei primissimi giri con quella finale, Da ricordare il contatto di Tsunoda, con ruote all’aria e conseguenti danni irreparabili, ed il ritiro di Alonso per il cedimento del motore a pochi giri dalla bandiera a scacchi.