Dal dopo Zandvoort:
“Abbiamo avuto a disposizione due giorni per analizzare il tutto, ed è emerso che il nostro ritmo di gara non è stato all’altezza delle aspettative. Le ragioni non sono ancora chiare, potrebbe dipendere dal surriscaldamento delle gomme, o da passo avanti fatti dei nostri avversari nelle ultime gare, o magari dal setup non ottimale che abbiamo utilizzato in Olanda”.
“Nel mio caso c’è stato un piccolo danno rimediato nel contatto con Lewis subito dopo il via, qualcosa che ha influito un po’ sul ritmo di gara, e forse per questo motivo non sono stato veloce come nei long-run che avevamo fatto venerdì. Ma ovviamente il problema maggiore è un altro, semplicemente non eravamo così competitivi come avremmo voluto. Faremo qualche prova per toglierci dei dubbi”.
Credi con l’ala più scarica che utilizzerete questo weekend potreste invertire la tendenza?
“Diciamo che arriviamo da un weekend per noi non facile a Spa, nel quale non ci sono stati ottimi riscontro con un’ala posteriore a basso carico aerodinamico, quindi penso che ci sia ancora qualcosa da capire. E c’è anche una parte del problema di Zandvoort che vogliamo capire quindi domani e la sessione FP3 saranno sessioni importanti per testare alcune cose sulla monoposto”.
“Personalmente, mi sento molto più fiducioso con la macchina, in particolare in qualifica, ma nel passo gara ci sono ancora cose che dobbiamo capire, dobbiamo dare un’occhiata a ciò che possiamo migliorare per essere più competitivi, in particolare rispetto alla Mercedes che sembra aver fatto un grande salto. E poi, ovviamente rispetto a Max, che sta facendo un grande lavoro in queste ultime gare”.
La pit-lane di Zandvoort dovrebbe essere modificata?
“Sì, assolutamente, è un aspetto di cui non si parla abbastanza. Durante la stagione andiamo in corsie box che sono decisamente troppo strette, e su queste piste dobbiamo migliorare la sicurezza. È un aspetto molto importante soprattutto per i meccanici, che si trovano a pochi centimetri da macchine che transitano a 80 km/h, quindi esposti ad un rischio non da poco. Zandvoort è una pista fantastica, e voglio tornarci ogni anno, e così come voglio continuare a correre a Singapore, Budapest, e su tutte le altre piste che hanno pit-lane strette. Ma dobbiamo fare delle valutazioni, parliamo sempre di sicurezza senza però pensare a quanto avviene in pit-lane, soprattutto quando le fasi di gara portano a fare dei pit-stop tutti insieme”.
Cosa ne pensa la GPDA?
“Non è una faccenda già in agenda della GPDA e della FIA, ma è qualcosa che ho spiegato ai commissari dopo la gara, cercando di fargli capire che non ho fatto un unsafe release. Penso di aver chiarito il mio punto di vista, e i credo che lo farò ancora al briefing dei piloti”.