La Scuderia Ferrari ha ricaricato le batterie nelle due settimane di stop obbligatorio FIA ed è pronta ad affrontare l’unica tripletta della stagione, che porterà il Mondiale su una serie di circuiti storici: Spa-Francorchamps, Zandvoort e Monza. Si comincia dunque con la gara del Belgio, che come sempre si tiene sullo splendido tracciato delle Ardenne.
Cambiamenti. Il circuito quest’anno ha subito diverse modifiche: il layout della pista è praticamente uguale a prima, eccetto che per curva 9 – Les Combes – dove i nuovi cordoli dovrebbero permettere di affrontarla più velocemente. Per quanto riguarda il passaggio più classico, Eau Rouge-Raidillon, la esse in salita non è cambiata ma la via di fuga in alto a sinistra è stata notevolmente allargata. Lo storico chalet è stato abbattuto e sostituito da una nuova grande tribuna, e in controtendenza con quanto successo in altri impianti all’esterno delle curve l’asfalto è stato rimpiazzato dalla ghiaia quasi ovunque – fanno eccezione Eau Rouge-Raidillon e il curvone di Blanchimont – per eliminare il problema dei track limits: ora, se si esagera, si finisce fuori strada e si perde tempo. Su questa pista il pilota può ancora fare la differenza. La prima frenata, al tornante La Source, è impegnativa perché le vetture devono scendere da 285 a 80 km/h prima di lanciarsi verso la esse in salita e poi sul lungo rettilineo del Kemmel. Tra le altre curve è da ricordare Pouhon, una rapida piega a sinistra, impegnativa perché sottopone i piloti ad elevate sollecitazioni che mettono a dura prova i muscoli del collo. A Stavelot si toccano i freni per la penultima volta: da quel punto in poi si va in piena accelerazione attraverso Blanchimont per tornare a rallentare solo in prossimità della chicane Bus Stop che porta sul traguardo.
Efficienza regina. Le squadre qui devono lavorare in modo particolarmente attento: occorre infatti un ottimo bilanciamento della monoposto perché la pista presenta caratteristiche molto differenti da un tratto all’altro. La power unit viene sfruttata al massimo per oltre 60 dei 105 secondi che occorrono per completare un giro, ma è anche importante avere una macchina facile da guidare – in particolare nel secondo settore e in corrispondenza della prima e dell’ultima curva – e che non metta le gomme a rischio usura. In Belgio dunque l’efficienza della monoposto è particolarmente importante. L’ultima ma fondamentale variabile è il meteo: sulle Ardenne a fine estate può essere molto caldo ma la pioggia è sempre in agguato, come si è visto anche lo scorso anno, quando il Gran Premio venne seriamente compromesso e, di fatto, non ci fu la corsa.
Programma. Le monoposto scenderanno in pista per la prima volta venerdì, per le consuete due ore di prove libere previste alle 14 e alle 17 CET. Le qualifiche saranno sabato alle 16, precedute alle 13 dall’ultima sessione di libere. Il 78° Gran Premio del Belgio – il 67° valido per il Mondiale di Formula 1 – prenderà il via alle 15 di domenica. Da percorrere 44 giri pari a 308,052 km.
Ferrari Stats
GP disputati: 1043
Stagioni in F1 73
Debutto Monaco 1950 (A. Ascari 2°; R. Sommer 4°; L. Villoresi rit.)
Vittorie 242 (23,20%)
Pole position 238 (22,82%)
Giri più veloci 259 (24,83%)
Podi totali 789 (25,21%)
Ferrari Stats GP del Belgio
GP disputati 65
Debutto 1950 (A. Ascari 5°; L. Villoresi 6°)
Vittorie 18 (27,69%)
Pole position 14 (21,54%)
Giri più veloci 19 (29,23%)
Podi totali 48 (24,61%)
Gran Premio del Belgio: numeri e curiosità
2. La posizione di Spa-Francorchamps nella classifica di gradimento dei piloti e degli appassionati secondo il sondaggio proposto da Formula 1 lo scorso anno. Al primo posto continua ad esserci Monza, mentre la terza posizione è appannaggio di Silverstone.
28. Il numero medio di sorpassi nel Gran Premio del Belgio. Il record, ben 60, spetta all’edizione 2011 – vinta da Sebastian Vettel – mentre il minimo è di cinque, nella corsa del 2002 conquistata da Michael Schumacher con la Ferrari F2002. Lo scorso anno non ci fu nemmeno un cambio di posizione, visto che l’unico giro valido venne percorso dietro alla Safety Car, dunque con sorpassi vietati.
55. La percentuale di suolo belga occupata dalla Vallonia, la regione, con capoluogo Namur, nella quale si trova il circuito di Spa-Francorchamps. In totale i territori che formano il Belgio sono tre: oltre alla Vallonia, che al 99% parla francese, ci sono le Fiandre, dove si parla olandese, e la regione di Bruxelles, che è anche la capitale dello Stato dove si parlano entrambe le lingue.
534. I punti conquistati dalla Ferrari nel Gran Premio del Belgio: il primo inseguitore è la Mercedes staccata a 329,5 punti, mentre la McLaren è a 312. La Scuderia, oltre ad aver vinto 18 volte la corsa, a Spa-Francorchamps conquistò uno storico poker nel 1961 con il successo che andò allo statunitense Phil Hill davanti al tedesco Wolfgang von Trips, all’altro statunitense Richie Ginther e al belga Olivier Gendebien, che disponeva di una Ferrari 156 F1 ufficiale colorata però completamente di giallo per onorare il colore nazionale belga e ringraziare l’importatore locale Jacques Swaters, che si era sobbarcato le spese per la messa in pista della quarta monoposto.
4500. Il numero di chioschi che in tutto il paese vendono le tradizionali frites, le patatine fritte alla belga famose in tutto il mondo, uno ogni 2500 abitanti in media. Le statistiche della FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura) stimano il consumo pro capite di patate in 87,8 kg ogni anno.
Così in Ferrari 75 anni fa
Alla fine del mese di agosto la Ferrari si presenta al via della Coppa del Montenero, nei pressi di Livorno, con due 125 S. La gara è in programma domenica 24, ma per la Ferrari non si mette bene: il collaudatore Luigi Bazzi durante un giro di prova distrugge una delle due vetture disponibili per la gara, oltre a subire notevoli danni personali. Di conseguenza Franco Cortese deve rinunciare alla corsa a favore di Tazio Nuvolari. Il grande campione riesce tuttavia a fare soltanto tre giri prima di essere costretto al ritiro. La vittoria va a Franco Cornacchia su Cisitalia. Enzo Ferrari a Maranello è deluso e ragiona su come potenziare la propria struttura per evitare di avere altre giornate così difficili. Intanto cominciano le chiacchierate con i primi potenziali clienti sportivi interessati alle vetture modenesi.