Leclerc non ha potuto essere all’ inaugurazione della mostra di Nonantola dedicata al ricordo di Gilles Villeneuve in occasione dei 40 anno dalla sua scomparsa, perchè ha voluto partecipare alla gara di Monaco riservata alle vetture storiche.
Partecipazione, con la mitica Ferrari 312B3 di Nuki Lauda, del 1974, conclusa con un testa cosa e impatto del posteriore, contro le barriere esterne alla curva della Rascasse.
Una maledizione che si perpetra puntuale quando il monegasco, sul tracciato di casa si presenta alla guida di una monoposto della Ferrari e gareggia, cosa che non ha avuto quando fece quel filmato con la SF90 sullo stesso tracciato, appositamente chiuso al traffico alla mattina presto.
Leclerc ha perso il controllo della monoposto proprio in un punto in cui l’errore non lascia scampo, la Rascasse, se poi ti abbandonano i freni quando arrivo un pò troppo lungo in inserimento l’unica cosa da fare è mandare il testa coda la monoposto per evitare l’impatto con anteriore, troppo pericoloso per l’incolumità delle gambe con le monoposto di allora.
Esito: alettone divelto e penzolante che obbliga al rientro ai box con i mezzi propri senza intervento ne di Safety car ne di altri mezzi o uomini
“Quando pensi di avere già avuto tutta la sfortuna del mondo a Monaco e perdi i freni alla Rascasse con una delle più iconiche Ferrari da Formula 1”. Ha commentato.
Speriamo solo che la cosa porti bene visto che da quando Leclerc corre a Monaco con monoposto di F.1 non è infatti mai riuscito chiudere sotto la bandiera a scacchi. Ritiratosi sia nel 2018 che nel 2019, nel 2021 non è nemmeno riuscito a partire, a causa di un problema al semiasse sinistro, che non fu controllato dopo il violento impatto a destra quando era impegnato nel tentativo di migliorare il tempo della propria pole.
Da un certo punto di vista Lelcerc potrebbe essere felice visto che per il corrente anno ha già “dato” e quindi si ipotizza che l’appuntamento tra 15 giorni possa essere superato indenne.
Scanso equivoci di sorta: si consiglia a Leclerc di fare un passaggio, fuori pista a piedi, per andare al santuario presente all’esterno della prima curva del tracciato e dedicato a Santa Devota.