C’è un anniversario che sta mettendo in ombra tutto quanto è il resto della F.1, in particolare per chi non è più giovanissimo e 40 anni or sono era nella capacità di intendere e di volere.
Domenica saranno 40 anni, ma allora sul circuito di Zolder era sabato giorno di qualifiche per il G.P. del Belgio, che Gilles Villeneuve ha lasciato la vita terrena per passare a quella “immortale” del pilota simbolo per le generazioni a seguire tra gli appassionati di F.1.
Gilles è vivo, invece, ed ormai sono molte, troppe le persone che non vi sono più che lo hanno vissuto da uomo, più che da pilota, visto che le sue gesta sono immortali anche nella sua vita di tutti i giorni.
A Maranello c’era una persona che aveva con Gilles e la famiglia, compresi i genitori, un rapporto unico. L’unica persona con cui Gilles si fermava sempre a parlare compresi quegli ultimi tremendi giorni dopo il G.P. di Imola ma sempre leggermente i disparte o in “volata” tra le strade di Maranello per essere in assoluta “intimità”
Si chiamava Giorgio Giovetti era un commerciante, a container alla volta, di ceramiche in particolare con Canada e nord America, già prima che Gilles arrivasse a Maranello, persona molto riservata e solitaria tanto che morì per una anomalia cardiaca da solo senza il conforto del soccorsi in un gelido inverno. Lo trovarono dopo alcuni giorni in casa ed una finestra aperta forse prendere aria ne preservo il corpo.
“Aspetta a parlarne- mi disse proprio pochi giorni prima dei fatti di Imola 82- Gilles è molto dibattuto, vuole parlare con Ferrari in persona per sentirsi confortato su quello che sarebbe stato lo sviluppo della monoposto dell’anno. Se non gli si consentirà di lottare ad alto livello per il mondiale piloti si sentirà libero di decidere della propria carriera, ma altrove.”
“Voleva parlare con Ferrari con cui il rapporto era tra due persone franche a viso aperto, anche perché Gilles aveva visto crescere molto interesse, nei suoi confronti. -continuò Giovetti- penso che quell’incontro non ci sia mai stato, tanto meno dopo Imola e prima di Digione, Non me ne ha mai parlato. Era un momento molto difficile della sua vita e ti garantisco che si sentiva tradito e si era molto chiuso in se stesso. Stavo in disparte ed aspettavo che fosse lui a chiamarmi per parlare. Non era il Gilles conosciuto sino al mese di aprile, anche se erano alcuni mesi che era diventato diverso.”
Se il cuore non avesse tradito Giovetti c’è da giurarci che, come mi aveva confidato ma ad acque decantate, avrebbe voluto mettere nero su bianco i suoi ricordi di quel rapporto veramente unico che è proseguito nel dopo con la Famiglia, Johanna i figli ma sopra tutti i genitori che andava a trovare in Canada.