Era il 15 settembre 1979, un sabato di prove di qualificazione per il G.P. di Imola non valido per il campionato del mondo di F1 che era, peraltro già stato aggiudicato nell’appuntamento precedente a Monza grazie all’arrivo in parata con Jody Scheckter seguito da “rispettosa” ombra, come da accordi all’interno della squadra Ferrari tra pilori, da Gilles Villeneuve.
Sala stampa, che allora erano veramente “eroiche”, ricavata in una sezione della tribuna presente di fronte ai box. Posizione fantastica quando la Ferrari andava a provare si questo tracciato, per sbirciare comodamente seduti su cosa stavano lavorando.
Ma ritorniamo alla mattina alle 9 di quel 15 settembre. Assieme al collega, che il Covid ci ha portato via, Nestor Morosini, inviato del Corriere della Sera, ed a un altro giornalista di cui però non ricordo il nome, si comincia a parlottare del più e del meno.
Subito notiamo che i un angolo della stessa c’è un collega, un nuovo che non seguiva sui circuiti la F.1 di allora, era impegnato a sentire i nostri discorsi. Un attimo e con un sincronismo perfetto tra di noi scatta la trappola.
“Licenziare oggi Scheckter campione del mondo deve essere oneroso e difficile per Enzo Ferrari…”
“Sai però la Ferrari è Fiat e la Fiat ha uno scomodo socio Gheddafi, con una quota discreta”
“Jody è sud africano, appartaid, di origini ebraiche e….”
Il discorso continua e poi si cambia argomento.
Domenica 16, il giorno della gara, sempre ore 9, sala stampa c’è un gran brusio che da li a poco si è trasformato in fragoroso
“Chi è stato? l’urlo di Franco Gozzi, visibilmente molto alterato, non lasciava dubbi.
Ma cosa era successo? Sul Resto del Carlino e su Stadio, si leggeva nella pagina in basso a sinistra, dedicata all’evento, un titolo che si può sintetizzare: Ferrari licenzia il suo campione, testo neretto, a 3 colonne se la memoria non inganna.
Una riproduzione fedele del pensiero espresso, per gioco, la mattina precedente. Ferrari, che come ogni mattina leggeva i giornali molto presto, aveva buttato giù dal letto Franco Gozzi che sceso di casa si è precipitato in P.le Garibaldi nel palazzo di Ferrari, sentita la voce palesemente alterata e gli aveva ordinato di andare subito ad Imola e scoprire l’arcano.
Gli scappò detto poi, alcuni anni dopo, di avere passato uno dei momenti più brutti del suo rapporto di lavoro
Subito omertà assoluta, tra noi tre, “alessandro non cedere ci penso io” mi impone Morosini.
Passa il tempo e si prospetta anche possa a arrivare anche Enzo Ferrari che aveva già sul posto Piero e Piccinini, anche loro molto agitati e vi garantisco che ne avevano ben donde conoscendo personalmente le sfuriate del Drake, per dover nel caso far rapporto sul campo.
E qui cominciano i boomerang , il centralino della sala stampa impazzisce chiamano tutti i direttori, in particolare e tra i primi, quelli dei due colleghi giornalisti che non si accontentano delle spiegazioni ricevute con il sottoscritto a fare da “testimone”: “Comunque sia dovevate dare la notizia sotto forma di smentita “
Morale della favola il giorno dopo il 17, ahi ahi per iniziare male la settimana, i tre “marrani” convocati al confessionale del papa dell’Automobilismo a Maranello, senza se e senza ma.
Il resto fa parte delle notizie riservate del back ground personale con tonnellate di cenere sui capelli..