Gli studi approntati, in collaborazione tra Fia e Liberty Media per quanto riguarda gli aspetti aerodinamici delle nuove monoposto di quest’anno ed aventi come scopo quello di favorire delle distanze ravvicinate per l’effetto scia, sono stati buoni ma non troppo.
Questo è quanto scaturito da alcune dichiarazione dei piloti in funzione di quelli che sono stati i comportamenti delle monoposto, in particolare quando si corre su tracciati la cui velocità massima risulta essere molto elevata.
A palesare qualcosa sono stati i bloccaggi che si sono manifestati su entrambe le ruote anteriori nel momento in cui le decelerazioni, da imprimere, si sono dimostrate molto violente.
Violenza che si è resa necessaria per evitare di tamponare la monoposto che precedeva, per una sorta di risucchio quando la distanza era troppo ravvicinata.
Distanza cui i piloti hanno riscontrato anche un alleggerimento del carico sull’asse anteriore e pertanto meno aderenza nel momento della frenata. Fenomeno che viene sentito come molto più accentuato a fronte del passato, ma solo se la distanza tra le due monoposto è inferiore ai 6-7 metri.
Prima le distanze, con perdita di carico e deterioramento dei pneumatici, erano tali che venivano calcolate in secondi e non in metri.
Per le distanze superiori la perdita di carico, con le nuove soluzioni aerodinamiche, è decisamente meno rilevante a fronte di quanto avveniva in passato per cui le possibilità di effettuare un attacco, per il sorpasso, si sono molto accentuate.
I piloti devono però uscire dalla scia, se intendono effettuare il sorpasso la distanza è molto ravvicinata, perché altrimenti le cose si possono complicare, in particolare se chi precede anticipa l’intensità della sua frenata, con lo scopo di ostacolare il ritmo di chi segue e prendersi un attimo di respiro.