La Safety Car è assurta agli onori della cronaca perché la sua gestione farraginosa è stata l’arma “decisiva” dello scorso campionato mondiale piloti di F.1.
Più la Safety Car rimane in pista, più la stessa viene ripresa dalle telecamere e indirettamente il tutto fa parte di uno spot pubblicitario er le top level dei rispettivi marchi, nel caso Mercedes vs Aston Martin.
L’importanza di queste immagini trova un passato lontano, quando uno sponsor delle gare in USA commissionò alla Ferrari una vettura, di quelle che oggi vanno sotto il nume di one-off, che sarebbe poi stata usata come Safety Car.
Da allora, F1/2021, si scatena, ad ogni gara, una critica nuova e differente. Tutti però non tengono presente quale è il suo significato intrinseco: vettura di sicurezza la cui presenza in pista deve consentire di poter proseguire, in presenza e in sicurezza, la gara quando succede un incidente, o non vi sono comunque le condizioni minime per proseguire la competizioni a pieno ritmo.
In alcuni casi, anche quelli meno gravi ma in cui la sede stradale è cosparsa di pezzi delle monoposto, anche di piccole dimensioni, la sua stessa presenza non è sufficiente a garantire di procedere e porta le monoposto in corsia box.
La sua presenza in pista ha però un errore di base: chi è stato più bravo perde tutto il vantaggio accumulato nei confronti di chi insegue. Situazione che vale in modo indistinto sia per il primo sino al penultimo dei piloti in gara.
Se la Safety Car è in pista è ovvio che vi è una situazione anomala e si vuole ripristinare quella in ante, rispetto alla sua presenza. Le ultime critiche sembrano quasi essere uno “spot” commerciale chi vuole sponsorizzare Mercedes o l’ Aston Martin che si alternano nella funzione in essere di Safety Car.
Sia Leclerc sia Russell hanno fatto notare come con l’Aston Martin la velocità media sia inferiore rispetto a quella della Mercedes. Russell, ma và, ci ha messo un carico rappresentato dal miglior tempo sul giro, circa 5″ più veloce, per la vettura tedesca che è stata appositamente allestita, la stessa per cui corre.
Figurati Lecler, ha aggiunto che con una Ferrari, come safety car andrebbe ancora meglio il ritmo per mantenere le gomme più in temperatura.
La Fia si è sentita in obbligo di spegnere sul nascere la diatriba,
“Alla luce dei recenti commenti relativi al ritmo della Safety Car, la FIA vuole ribadire come la funzione primaria della Safety Car sia, ovviamente, non la velocità assoluta piuttosto la sicurezza dei piloti, dei commissari e dei funzionari”.
Dopo che in passato su ogni tracciato poteva esservi un pilota differente alla guida della Safety Car ad Imola era per esempio Andrea Montermini, la Fia ha deciso di avere sempre lo tesso pilota in modo che avesse delle approfondite esperienze in merito. Fu scelto Bernd Maylander.
Il comportamento in pista della Safety Car e la sua velocità sono dettate dalla direzione gara e non è legata alle sue capacità nelle prestazioni visto che si tratta di veicoli ad alte prestazioni, preparati su misura e da due dei costruttori di vertice.
A conclusione del discorso Fia “L’ impatto della velocità della Safety Car, sulla prestazione delle monoposto che seguono è una valutazione di secondo ordine. L’impatto è equivalente per tutti i concorrenti che sono responsabili del dover guidare in maniera sicura in ogni momento, sulla base delle condizioni delle loro monoposto e del circuito”.