Oggi qui, domani là. Le prole iniziali della canzone di Patty Pravo, si addicono perfettamente l’evolversi caleidoscopio, ma sempre e solo a parole, di quella che ogni ben pensante, ma solo pensante, si sente in obbligo di far emergere come modifica ed innovazione per la mobilità locale.
In particolare per l’avvicinarsi delle prossime elezioni, cui questa volta i politici non si potranno continuare a sottrarre come è avvenuto sinora, pertanto tra la tanta “polvere” da dare negli occhi degli elettori di collegio, si aggiunge il componente viabilità, salvo poi il ben noto…. passata la festa gabbato lo santo
E’ proprio di questi giorni un ulteriore sprazzo di illuminismo che si andrà a spegnere come un fuoco d’artificio dopo il botto e la luce “abbagliante” per cui alla fine non si concretizza se non del fumo, che comunque inquina, o una bolla di sapone.
Alcune delle idee avrebbero un fondamento positivo se non ci si intestardisse nel pensare e programmare il tutto solo come progetto completo, vedi complanare da rivedere, quando vi sarebbero dei “tratti” che si potrebbero realizzare, indipendentemente da tutto il progetto, producendo la loro percentuale di vantaggio propedeutico, poi, ma che non si fanno, perché il completamento dello stesso diventerebbe d’obbligo e che invece è quello che non si vuole fare.
Se ne deduce, nel quotidiano, che la situazione peggiora in modo inesorabile dando adito al solito vocio e a nuove ipotesi che non hanno altro obiettivo che distrarre l’attenzione dalla soluzione che “chissà come,,,,non sarà“.
Su questo gran parlare sono passati i decenni e la mobilità modenese è peggiorata, anche solo per l’aumento del traffico lavortivo, è aumentato l’inquinamento e le ore di vita perse e tolte alle possibili libertà individuali, nei trasferimenti.