Domani, sia pure sotto traccia a fronte di altre ricorrenze simili e dedicate alle donne, si ricorda la “festa del papà“.
Una festa “comandata”, un ricordo “rammarico” per quanto riguarda quella che una volta era la vera Modena, capitale dei motori, ed oggi non lo è più, assolutamente una copia sfumata e stropicciata.
Il 19 marzo era un appuntamento storico ed imperdibile all’Aerautodromo di Modena, quello vero.
Tanto vero che, oltre ad essere l’unico impianto fisso ad affiancare quello di Monza, per le gare motoristiche, aveva la prerogativa di essere l’appuntamento imperdibile, per l’apertura delle gare internazionali di motociclismo.
Appuntamento e gare internazionali, ma solo valide però per il campionato italiano, avendo però una valenza mondiale, iridata, per quella che era la partecipazione dei top driver e delle squadre ufficiali in quanto era la gara, il primo termine di paragone per il debutto del mondiale di motociclismo.
Sei gare con tutte le categorie allora previste nel mondiale: 50cc. 125cc.250cc. 350cc. 500cc. e sidecar.
Una gara che nessuno si voleva perdere e per nessuno si intende il gotha del motociclismo, sia per quanto riguarda i piloti, sia i reparti corse più prestigiosi delle due ruote.
Per nessuno si deve intendere anche il pubblico presente, sia quello pagante, alcune decine di migliaia di persone, sia gli immancabili portoghesi, all’italiana, che si arrampicavano sul muro di cinta incuranti del pericolo che correvano e di cui qualcuno ha fatto anche le spese, in particolare sul lato della √ia Emilia prima che il canale venisse “tombato”.
Sono stati i portoghesi che hanno contribuito a spingere le autorità a non dare più l’autorizzazione ad organizzare l’evento in quanto prendevano d’assalto le case, allora in costruzione in V.le Autodromo, salendo anche sul tetto con tutti quelli che erano i rischi del caso. Da veri incoscienti.
Il 19 marzo era poi l’atto conclusivo di una stagione invernale in cui, tempo permettendo, non vi era giorno che in pista non vi fosse presente qualcosa di esclusivo per sviluppare le novità per la successiva stagione.
Non solo agonismo ma anche un apporto economico non indifferente per gli alberghi ed i ristoranti, in particolare il “Leoncino” appena fuori dell’ Aerautodromo di fronte e sempre all’incrocio con via Emilia Ovest.
Un’appuntamento che non era solo un fattore agonistico ma era anche considerata una “contrapposizione” politica in quanto l’organizzazione era di anno in anno spartita tra il Moto Club UISP ed il Moto Club Libero Borsari che arrivò ad organizzare un’appuntamento, questa volta mondiale per davvero, di moto cross sul campo permanente di Serramazzoni.