A Brackley , sede del reparto corse della Mercedes F1, non sono superstiziosi, come invece hanno dimostrato in Red Bull, la monoposto con cui Lewis Hamilton è ben deciso a riscattare la delusione del mondiale perso all’ultimo giro per rimpinguare il suo palmares ad 8 titoli, si “chiama” W13 E Performance
Quel numero 13 che per i popoli anglosassoni e anglofoni far parte della serie nera della sfortuna, da evitare categoricamente, come sulle file degli aerei dove si passa dalla ila 12 alla 14.
La monoposto che sarà a disposizione di Lewis Hamilton e del suo nuovo compagno George Russell è partita da una schermata bianca di computer e rappresenta una svolta molto importante a fronte di quanto successo negli ultimi 40 anni della F.1
I progettisti che fanno capo all’ex Ferrarista James Allison hanno lavorato di fino, si sono espressi al massimo ma su tutto hanno pronta una versione B come successo anche per la scocca quandola stessa non ha superato le nuove norme più restrittive a fronte dei limiti minimi del coefficiente di sicurezza richiesto dalla Fia visto che le monoposto sono “ingrassate” di parecchi chi, quasi 50, e questo comporta una maggiore difficoltà per dissipare l’energia raccolta in velocità in caso di impatto.
Proprio sul lato B si vede che i “tedeschi”sono già pronti in quanto, lungo lappaste di carrozzeria che segue come una doppia pelle la zona dei radiatorisono già stati realizzati degli sportellini da sostituire con altri dotati di feritoie di sfogo.
IL progetto, almeno sino ad ora si può definire quellopiù “smilzo” che mette in evidenza anche il gran lavoro fatto sul marciapiede per convogliare l’aria nei migliori dei modi a favorire il lavoro di estrazione presso la parte estrattiva del tubi di Venturi imposto per ottenere un maggiore effetto suolo da imputarsi a questa sezione centrale della monoposto.
Fiancate quanto corte, quanto elaborate e subito spioventi prima di diventare quasi una pelle liscia al fianco della zona motore cambio. Altrettanto lavoro sull’aerodinamica la si trova sull’anteriore dove il muso trova delle assonanze con quello della F1 75 per lunghezza e spiovente vero il basso.
Sempre davanti, le nuove sospensioni sono diventate delle vere superfici aerodinamiche in modo da indirizzare l’aria giusta nei punti giusti sia all’interno delle prese d’aria per raffreddare i radiatori sia per quella che deve scorrere nella parte esterna e bassa della carrozzeria.
Carrozzeria che ha abbandonato la colorazione nera, che aveva anche un risvolto politico, per ritornare a quella caratteristica delle frecce d’argento, colore nazionale, per chi se lo ricorda, delle vetture da competizioni della Germania.
A proposito di tradizione è tornata anche quella stella di colore rosso che era diventata il ricordo, che doveva essere perenne, di Niki Lauda.
La monoposto è scesa subito in pista a Silverstone per la prima sgambata con entrambi piloti che così hanno avuto l’ occasione per confrontare le prime impressioni tra “teoria” delsimulatore e realtà della pista.
Le sensazioni sono risultate subito analoghe, monoposto assolutamente diversa da guidare e mettere a punto come anticipato dal simulatore. Mal comune, mezza preoccupazione è quella espressa quasi da tutti coloro che hanno portato, veramente, in pista il loro ufficia viaggiante: la visibilità anteriore che di per se non è peggiorata solo per il maggio diametro delle gomme ma anche per questa paratia interna che ne copre la parte superiore, della gomma.
Hamilton, sia pure pressato, ha cercato di proporsi più in positivo per il futuro, in particolare per quanto riguarda lo svilupparsi delle gare che richiedono un grosso impegno di recupero fisico e psicologico durante il poco tempo libero.
Ha accennato a molti non ricordo per quanto successo all’ultima corsa, tranne quello disperare che abbia portato positività per il futuro. L’unica cosa, come ricordo, cui ha veramente accennato, dal passato, è quando un bambinesco di nome George gli chiese un autografo ed ora è il suo giovane compagno di squadra di F1.