Le stime attuali, sulla presenza sulle strade in Europa dei veicoli elettrici che hanno bisogno a vario titolo di colonnine di ricarica, sono attorno ai 5 milioni.
Il trend di sviluppo annuo è stimato attorno al 10% e questo dato impone che si concretizzino incrementi, anche percentualmente superiori, nelle presenze di colonnine di “rifornimento” pubbliche e quindi utilizzabili quando il mezzo “elettrico” si trova al di fuori della propria “abitazione” dotata di ricarica personalizzata.
Questa carenza di infrastrutture è uno degli elementi per cui esiste ancora una certa diffidenza, da parte dell’utenza automobilistica, costi d’acquisto a parte, per dirigere il proprio interesse nell’utilizzo delle nuove tipologie di mobilità legate all’automobile elettrica ma anche ai motocicli con questa “alimentazione” carbon free”.
Carbon Free deve però anche essere la tipologia di corrente che deve servire per il rifornimento, mentre e altrimenti, si tratta solo di uno spostamento nella localizzazione della fonte di inquinamento specialmente se il tutto trae ancora origine dalle centrali a carbone di cui si stanno riaprendo le funzionalità in quegli esemplari da tempo dismessi per arginare le richieste sempre maggiori di energia elettrica senza che vengano autorizzate le espansioni delle origini da energia riciclabile..
Questo discorso deve tenere presente che, a quel tempo quando comunque saranno migliorate le opportunità di chilometraggio con una sola ricarica, vi saranno parecchi milioni di veicoli che verranno utilizzati per trasferimento di lavoro con lunghi spostamenti in Italia e in Europa e quindi avranno bisogno di una presenza di centraline di ricarica che, oltre all’elemento rapidità per le ricariche, dovranno essere più numerose e sopra tutto operative per efficenza durante il giorno quando la necessità di corrente è già di per se stessa molto alta per il lavoro.
Cominciando a ragionare su quelle che sono le prerogative di produzione di soli veicoli elettrici a partire dal 2035 si ha la certezza che in Europa dovranno essere presenti almeno 65 milioni di punti di ricarica
Stimando che un 80% di questi punti sarà privato, in quanto presenti presso le abitazioni dei proprietari dei mezzi stessi, per coprire, al minimo, le necessità pubbliche si stima che dovrebbero essere 15 milioni quelli pubblici.
Secondo gli ultimi report, si stima che al momento attuale i punti di ricarica pubblici non superino il mezzo milione. Questo sempre e solo parlando di quella che viene definita Europa occidentale dove eccellono i Paesi Bassi con il 30% circa delle colonnine attuali e lo sviluppo di questa mobilità, in quel paese, richiede di incrementare rapidamente il numero delle centraline pubbliche. L’Europa orientale invece è in ritardo quando si tratta di stimare queste infrastrutture.