Sin dal momento in cui Enzo Ferrari decise di farsi un autodromo nelle adiacenze della sua fabbrica utilizzando il terreno di un suo podere sullo stesso si è scatenato un “odio” viscerale.
I proprietari dei terreni limitrofi si rifiutarono di cederli per consentirgli di avere una struttura più completa tra cui una curva sopra elevata.
Poi anche le municipalità di allora ci misero il loro carico deviando una tangenziale verso sud e portarne il traffico in centro a Maranello, quando bastava variarne il percorso verso nord, dove esiste l’attuale pedemontana, per consentire alla Ferrari di poter sviluppare in lunghezza il rettifilo principale e portarlo alla lunghezza di 1000 ed oltre metri che avrebbe potuto essere un ottima galleria del vento a cielo aperto.
Fiorano che Ferrari si fece progettare dall’ing. Ugo Cavazzuti con caratteristiche di avanzata sicurezza, per allora, dopo che a Modena ognuno ci mise del suo per impedire la realizzazione di un centro tecnologia a Marzaglia con piste di varie caratteristiche, sino ad arrivare al simil catino Indy, capannoni con sale prova motori, galleria del vento ecc ecc. Tutto legato allo sviluppo delle vetture di allora da quelle stradali a quelle da competizione.
Appena la pista entrò in operatività, dall’Inghilterra, i garagisti, cominciare un ostracismo marcato anche a livello dell’allora Federazione internazionale cercare di vanificarne la costruzione e l’utilizzo.
Quello di ieri e forse anche oggi è l’ultimo caso che si è concretizzato, prendendo anche spunto dall’insediamento di un nuovo presidente, un dispetto su cui si sta indagando in quanto sembra che quello che è stato proibito, ieri ed oggi alla Ferrari, ovvero utilizzare in pista la monoposto dell’anno passato abbia avuto un precedente a fine campionato.
Alla base del tutto ci sarebbe una “dimenticanza” ovvero la trascrizione di un accordo tra le squadre che ha un fondamento ben preciso e plateale: le monoposto dello scorso anno non hanno più un bel niente da spartire a fronte del futuro.