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MVF: gli orticelli alla modenese, le urla “mute” e i conti fatti senza l’oste

Quanto successo in occasione di sabato scorso all’interno del circuito cittadino ricavato all’interno dell’ex ippodromo di Modena al Foro Boario ha scatenato i soliti orticelli alla “modenese” ovvero l’appezzamento degli interessi personali che hanno sentito la necessità di cimentarsi in “urla mute” ovvero di tutta quella serie di espressioni di invidia e risentimento tipici della Modena dei motori.

Ognuno che, poi, ha preso le distanze e si scopre chele manifestazioni, che si sono svolte nel fine settimana, avrebbe avuto un proprio organizzatore, ben distinto, che si è fatto spazio in un contenitore, di spazi, nel Circuito Cittadino e provvisorio del parco Novi Sad.

Che nel complesso vi fossero delle cose che sono da rivedere, nelle giuste esperienze, vi sarebbe una enciclopedia da riempire. Non sto a riferire cosa mi arriva al telefono non avendo potuto essere presente e su tutto bisogna fare una tara più o meno consistente.

Un vero caleidoscopio di opinioni, sussurri e grida che non vengono esternate ufficialmente ma con la solita pratica del gettare il sasso nello stagno nascondendo subito la mano e poi spesso fatte esternare da terzi.

Le tribune non erano certo straripanti, viste le immagini. Che non ho certo richiesto. Situazione quasi nella norma a fronte di quanto avviene su tutti quelli che sono i circuiti veri “made in Italy”, se non vi si disputa un G.P. di F.1.

Sotto silenzio o quasi sono passate le manifestazioni parallele svoltesi nei circuiti in Regione, all’interno del sistema programmatico del Motor Valley Fest, cui ha fatto da contraltare il tracciato del Mugello , sempre in questo fine settimana, in cui era peraltro in programma proprio un G.P. di F.1.

Ecco che subito si sibila, non si capisce bene se a giustificazione o a rabbia repressa, per una verità indigesta, che dei 3000 posti sventolati ai 4 venti, sia pure nel rispettare le condizioni anti contagio su strutture di accoglienza posti disponibili, “faraoniche” per dimensione e capienza “ordinaria”, alla fine gli stessi autorizzati fossero scesi a 1500-1700 da chi di competenza. Sempre secondo le voci. Se vere si sono fatti i conti senza l’oste.

Sullo stesso tema, sempre la solita fonte, sembra aver raccolto un pò di malumore diffuso a fronte di un costo del biglietto che non si può definire esorbitante, per ognuno dei due giorni di ingresso a pagamento.

Perché dover pagare se tutto il resto della manifestazione era visitabile in modo gratuito? Questo il concetto “serpeggiante” all’italiana.

Ho visto il filmato di quanto successo, il sonoro, in cui le urla del malcapitato, sovrastano il rumore del 6 cilindri turbo, sono raccapriccianti.

Solo un accenno, sempre che ciò risponda alla realtà dei fatti riferiti, il tutto sarebbe successo al secondo o terzo passaggio della monoposto Ferrari in quel tornante, sì molto stretto in presenza di strade parallele, per andata e ritorno, ma nello stesso tempo con una certa ampiezza della sede stradale. Forse nel girare al largo si girava e più veloci, come raccomandavano sulle piste elettriche dei baracconi di una volta.

Ecco che ne traspare la casualità, sempre imponderabile, in tutti gli eventi in cui non si sottraggono le manifestazioni motoristiche. Per quanto si pensi, si studi, si immagini, può succedere quel qualcosa che esce dal più ampio pensiero comune ed innesca il problema.