Categorie
Senza categoria

Cavallino Classic è ora anche Concorso di Modena

Gli organizzatori reggiani di Canossa Events si sono “inventati” un appuntamento iconico che vede il classico concorso d’Eleganza dedicato alla Ferrari, Cavallino Classic, sdoppiarsi per la prima volta nella sua ultra trentennale storia, per diventare internazionale.

Si terrà, infatti, a Casa Maria Luigia, Modena, il prossimo 2-4 Luglio un’edizione straordinaria chiamata “Concorso di Modena”, creata per rendere omaggio alla città natale di Enzo Ferrari. 

“Cavallino Classic è un evento straordinario”, ha dichiarato Luigi Orlandini, Presidente e CEO di Canossa Events che nel 2020 ha acquisito Cavallino Inc., “e ha fatto la storia, creando la base per lo sviluppo del collezionismo Ferrari dando un esempio, seguito da molti, sulle modalità di giudizio delle vetture. Con il fondatore di Cavallino Classic John Barnes abbiamo accarezzato per parecchio tempo l’idea di portare il concorso di eleganza a Modena, capitale italiana dei motori, dove abbiamo scelto come sede un altro luogo simbolo, legato alla tradizione culinaria: Casa Maria Luigia, di Massimo e Lara Bottura.” 

Scelto il luogo, serviva la data. “Ci è sembrato giusto proporlo ora, come segnale di ottimismo per un futuro senza pandemia, quando in tanti ci si chiede ancora se sarà possibile tornare ad una vita normale, fatta di relazioni sociali e tempo trascorso con gli amici e la famiglia”, aggiunge Orlandini. “Che la scelta sia giusta, lo ha dimostrato l’entusiasmo con cui il Concorso di Modena è stato accolto dai più importanti collezionisti Ferrari al mondo, tutti ben felici di avere un motivo per tornare in Italia dopo mesi di forzata assenza”. 

I partecipanti al Concorso arrivano da quattro continenti diversi, naturalmente secondo le regole Covid, mentre il livello delle vetture presenti parla da solo, con 26 auto straordinarie iscritte al Concorso, quasi tutte restaurate a Modena, o comunque nella Motor Valley, alcune delle quali saranno visibili al pubblico per la prima volta dopo decenni. Sono 26 vetture che, assieme, hanno un valore economico totale di oltre 250 milioni di dollari.

Tra le vetture presenti, alcuni degli esemplari più importanti nella storia Ferrari.

La più anziana è la Ferrari 166 MM Berlinetta Touring, telaio #0048, la terza delle sole cinque vetture prodotte in questa configurazione. Completata nell’estate del 1950, è stata venduta nuova ad Angelo Biemi che l’ha tenuta un anno, senza correrci, prima di venderla a Luciano Masseroni che l’ha usata per correre la 1000 Miglia del 1951 finendo terzo di classe. Diversi proprietari successivi l’hanno utilizzata per correre nei seguenti 5 anni, durante i quali la 166 ha disputato altre tre 1000 Miglia. Venduta in Svizzera, ha subito l’onta di finire da uno sfascia carrozze prima di essere salvata da un appassionato locale. Attentamente restaurata, è stata riportata al colore azzurro originale, trovato sotto parecchi strati di colore diverso.

Del 1956 la Ferrari 250 GT Berlinetta telaio #0507, la seconda prodotta della prima serie, vettura in versione Competizione, con carrozzeria completamente in alluminio, che ha disputato, senza terminarla, la Mille Miglia del 1956 e che ha corso, con il gentleman driver Ottavio Randaccio svariate competizioni nelle stagioni 1957 e 1958, prima di essere venduta in Svizzera e, in seguito, arrivare negli Stati Uniti.

La più iconica è senz’altro la Ferrari 250 GTO del 1962, telaio #3445 GT, venduta nuova in Italia, ad aprile, all’editore Luciano Conti che, formalmente, la comprò per conto del gentleman driver Sergio Bettoja. In realtà, sembra che dietro questo acquisto ci fosse il conte Giovanni Volpi di Misurata (della Scuderia Serenissima) finito sulla lista nera di Enzo Ferrari a causa delle modifiche che effettuava sulle vetture prodotte a Maranello. Comprata la GTO, formalmente usata, nel luglio del 1962, il Conte Volpi cominciò a modificarne le forme, allargando la presa d’aria anteriore, per farla correre alla 24 Ore di Le Mans con Nino Vaccarella e Giorgio Scarlatti. Nel 1965 la sua linea è stata profondamente rivista dalla carrozzeria di Drogo a Modena, in previsione di un uso stradale, quando ormai di proprietà di un appassionato svedese. Danneggiata in un incidente, nel 76 è stata riportata alla configurazione originale mantenendo, però, la sua caratteristica presa d’aria anteriore allargata. 

La Ferrari 275 P del 1963, telaio #0816, nasce come 250 P e, nel 1964, viene aggiornata con il motore di cilindrata maggiore (da 3.0 a 3.3 litri). È la vettura vincitrice della 24 Ore di Le Mans del 1963 con, al volante, Ludovico Scarfiotti e Lorenzo Bandini. La stessa auto, nel 1964, ha poi vinto la 12 Ore di Sebring con Mike Parks ed Umberto Maglioli e, tornata alla 24 Ore di Le Mans, ha nuovamente vinto, con Jean Guichet e Nino Vaccarella. È l’unica Ferrari che, ad oggi, è riuscita nell’incredibile impresa di vincere per ben due volte la gara più prestigiosa del mondo. 

Tra le vetture più moderne, spicca la Ferrari 333 SP del 1994, telaio #06, considerata una delle più originali 333 SP rimaste tra le 40 prodotte. Non ha mai corso, ed è stata venduta nuova al collezionista Bob Rapp del Nord Carolina (USA) dipinta con i caratteristici colori da corsa del Team Momo. Per la produzione della 333 SP, vettura che ha segnato il ritorno ufficiale della Ferrari nelle corse per vetture sport, la casa di Maranello si è appoggiata a Dallara, per le prime 14 vetture, ed a Michelotto per le rimanenti 26.