Alla fine di un rocambolesco G.P. dell’ Azerbaijan si può dedurre che le due pole ottenute dalla Ferrari nelle ultime due gare sono assimilabili alle bolle di sapone o alla neve al sole.Se a Monaco vi è stata una certa, molta, dose di sfortuna che ha comunque messo in luce la necessità di procedure di controlli più avanzate prima dell’allineamento delle monoposto, domenica sono bastati pochi giri per evidenziare la superiorità delle avversarie tradizionali, oltre all’errore commesso da Sainz che poi è stato l’autore di una gara attenta che lo ha portato di nuovo in zona punti.
Nella ripresa finale, per certi aspetti assurda e potenzialmente pericolosa, la SF21 non ha saputo resistere con Leclerc ne a Gasly ne all’ Alfa Tauri e tanto meno all’Aston Martin portata dall’ex bollito di Maranello Sebastian Vettel, autore di una gara spettacolare in cui ha saputo agguantare le giuste occasioni e poi ha saputo, altrettanto duramente, resistere agli attacchi che gli sono stati portati.
Gli errori sono stati poi i protagonisti di parecchie situazioni di gara. Il più madornale è quello di cui è stato protagonista Hamilton che non ha saputo mantenere quella freddezza, messa in evidenza in altre gare, e affamato di vittoria, per staccare il rivale Verstappen fermo ai box, ha gettato alle ortiche un secondo posto assicurato .
Si è scusato con la squadra a fronte di quelle che erano state le pesanti esternazioni espresso la volta precedente. Un errore che ci può stare nella vita agonistica di un pilota anche se super campione, ma appesantisce ancora di più la sua posizione nelle trattative per la tipologia di rinnovo, in particolare nel tempo, per il suo contratto che ha già subito un’aggiornamento economico.
Certo che la W12 non è quel rullo compressore del passato, anche più recente, visto che Bottas è letteralmente scomparso dai radar e dalle immagini televisive. Una situazione, per lui che si sta facendo un pò troppo pesante per il suo proseguitò in squadra, per il prossimo anno ovviamente.
L’errore più macroscopico però ci è sembrata la decisione di far ripartire la corsa, dopo una lunghissima sosta in cui la pista avrebbe dovuta essere ripulita dai detriti del grosso impatto di Stroll che è costato la vittoria a Verstappen per foratura, per soli 3 giri da completare che hanno rivoluzionato il risultato ma non sono stati discriminanti per la suddivisione dei punti, per chi ha tagliato il traguardo visto che erano stati già superati i limiti di percorrenza minima previsti dal regolamento.
Nella lunga sosta ai box, da notare tra i piloti di vertice, il comportamento di Vettel che, non avendo notizie in merito è rimasto in simbiosi con il proprio abitacolo per mantenere la concentrazione necessaria e il tutto gli ha portato bene.
Ma ritorniamo alla ripartenza. Visto che sino a quel momento la buona stella aveva seguito per filo e per segno la gara, in quanto l’impatto di Stroll, con tentativo di arrampicata sulle barriere della sua monoposto andata tanto danneggiata da incidere di sicuro sul budget cup della squadra, non aveva avuto altre conseguenze, il far effettuare la ripartenza con le monoposto allineate sullo schieramento, come avevano tagliato la linea del traguardo prima di essere portate ai box dalla Safety car ci è sembrato un azzardo che si poteva evitare con una partenza in linea.
L’ammucchiata alla prima curva, dove tutti avevano come solo obiettivo quello di farsi strada ad ogni costo, non ha avuto altre conseguenze a fronte del dritto di Hamilton che è avvenuto ad una velocità tale che dalla sua posizione di interno curva non ha coinvolto altri piloti. Meglio evitare su un circuito cittadino.