Lucilla è la monoposto Ferrari di Sebastian Vettel, alias la SF1000 problemi, cui il pilota tedesco ha dato un soprannome, come sua abitudine da quando corre, che non ha avuto certo fortuna, anzi. Lucilla ancora è e sarà martire.
Lucilla nella chiesa è considerata tra le sante minori ed è stata martire, con diverse date in ricordo nel calendario, sia a Roma sotto Diocleziano, sia in Africa ed in un altro paio di occasioni.
Sarà ricordata martire anche a Maranello. Per la data nel calendario non c’è che l’imbarazzo nella scelta con gli altrettanti appuntamenti disputati con il campionato di F. che si conclude nel fine settimana.
Lucilla però non ha colpe, non è riuscita a fare il, anzi i, miracoli che si sono subito palesati come necessari, già prima della abortita effettuazione della gara nella trasferta in Australia per l’inizio del campionato che ha avuto come avversaria mondiale la terribile pandemia Covid 19.
Lucilla si è trovata ad essere connessa, in quanto erede genetica, con quella che avrebbe dovuta essere una evoluzione positiva della monoposto dell’anno passato ed invece si è trovata ad essere il concentrato di una serie di problemi che alla fine sono risultati irrisolvibili ed irrisolti ai danni dello stesso padre putativo, Sebastian Vettel.
Compresi quelli che hanno registrato un 22% di volte in cui i tempi per l’esecuzione netta dei pit stop è andata oltre i 3″5 a fronte dei tempi nelle altre squadre sempre più prossimi ai 2″ bassi.
Problema nel progetto, realizzazione e controllo di qualità per la filettatura del dado di serraggio della ruota sul mozzo, particolare che è risultato debole e quindi metteva in ansia gli addetti alle operazioni per cui Lucilla ha spesso regalato alle avversarie secondi preziosi che si possono equiparare a punti mondiali persi per mancati risultati tra i migliori 10 qualificati.
Il suo cuore, poi, pulsava poco, ansimava soffocato, forse affetto da pericardite, e questo si è messo ancor più in evidenza con altri problemi congeniti e qualche bagliore ha creato delle illusioni, con conseguente jumping dall’altare alla polvere nel giro di una settimana sullo stesso tracciato.
Anche cambiando la posizione degli addendi alla fine il risultato totale non è migliorato dal 6° posto nella classifica costruttori, mondiale di F1.
Nata, come progetto, in una fase di transizione per un passaggio di consegne generazionali, all’interno della evoluzione tecnica per la Gestione Sportiva della Ferrari, ha patito di questa infanzia difficile; adottata da un padre che non l’ha generata e che non ha saputo dare la giusta strada per la crescita che ci si aspettava. Tanto che le evoluzioni del suo DNA, in pratica sono state trapiantate come ipotesi di lavoro finalizzate più alla ricerca di dati che di effettivi risultati concreti.