Un risultato deludente per la Scuderia Ferraro quello del Gran Premio del Bahrain, giunto al termine di una giornata resa drammatica dall’incidente occorso a Romain Grosjean poco dopo il via, per fortuna risoltosi senza gravi conseguenze, come confermato anche dagli ultimi aggiornamenti sulle condizioni del pilota francese. Tirato un sospiro di sollievo ma rinforzata la convinzione di quanto sia cruciale tenere sempre la sicurezza come la priorità assoluta – e in questo Ferrari è storicamente in prima fila, come tesimoniato dal supporto dato alla FIA sin dal primo momento in merito all’introduzione dell’halo – è il momento di condividere con i nostri lettori l’ormai consueto debriefing strategico del weekend con Iñaki Rueda, Head of Race Strategy.
Quali erano le premesse della vigilia?
“La pista di Sakhir è molto esigente con gli pneumatici così, vista l’allocazione uguale per tutti stabilita da Pirelli, avevamo in programma di conservare due set di Hard nuovi per la gara. Inoltre, visto che i sorpassi sono relativamente facili su questo tracciato, l’anticipo della sosta – noto come undercut – può risultare molto efficace. Sulla carta, una strategia su due soste era la più veloce e, visto che quest’anno Pirelli aveva deciso di portare mescole di uno step più morbide rispetto allo scorso anno, ritenevamo che le Soft non fossero in grado di essere competitive in gara. Così abbiamo gestito le gomme in maniera un po’ diversa rispetto al solito, arrivando alle qualifiche con tre soli set di Soft nuove in modo da poter sfruttare due Medium nuove per poter passare il taglio di Q2 e poi usare le due Hard nuove in gara, una scelta peraltro fatta praticamente da tutti, visto che nessuno dei dieci qualificati alla Q3 ha ottenuto il suo tempo con le Soft”.
Purtroppo, né Charles né Sebastian sono però riusciti a passare all’ultima fase delle qualifiche e si sono ritrovati affiancati in griglia in sesta fila. Qual è stata a quel punto la scelta fatta?
“Abbiamo provato a differenziare le strategie, mettendo Seb sulle Medium, con l’obiettivo di anticipare la sua sosta e provare a sfruttare l’efficacia dell’undercut, e Charles sulle Hard, per provare ad andare più lunghi degli altri e fare più giri possibile con la pista libera. La bandiera rossa ha dato anche l’opportunità a chi era partito con le Medium di provare a pensare di fare la gara con due Hard, strada che abbiamo scelto di percorrere con Seb, mentre su Charles abbiamo provato a sfruttare uno dei set di Medium per avvantaggiarci al via, puntando con decisione sulla doppia sosta. Putroppo, abbiamo visto sin dall’inizio che per Seb non sarebbe stato possibile fare una sola sosta perché anche il degrado delle Hard era rilevante e così abbiamo presto puntato su una strategia più convenzionale (Hard-Medium-Hard). Charles è stato sufficientemente competitivo nella prima parte dei suoi stint, sia sulle Medium che sulle Hard, ma anche lui ha sofferto per il surriscaldamento della superficie degli pneumatici, la vera causa della perdita di prestazione su un asfalto e con le temperature come quelle di Sakhir, e per quanto la tentazione fosse sempre presente non abbiamo ritenuto plausibile l’opzione di fare una sosta meno degli altri”.
Alla fine siamo riusciti a portare a casa un solo punto, grazie al decimo posto di Charles, un bottino davvero magro, grazie al ritiro di Sergio Perez che ha reso necessaria l’entrata in pista della Safety Car negli ultimissimi giri: c’era l’opportunità per provare a fare qualcosa di diverso?
“In teoria, c’era il tempo per provare a fare una sosta con Charles per mettergli il treno di Soft nuovo che avevamo ancora disponibile, ma dopo pochi secondi abbiamo valutato che non ci sarebbe stato il tempo sufficiente per raggruppare tutto il plotone – compreso lo sdoppiamento di chi era indietro di un giro – entro la fine della gara così abbiamo detto al pilota di restare in pista: non sarebbe servito a niente.”
A Sakhir c’è stata anche la possibilità di provare nuovamente i prototipi degli pneumatici Pirelli per il 2021 durante le prove libere di venerdì. Qual è la tua impressione?
“Tutte le squadre avevano due set a disposizione per ciascun pilota. I tempi sul giro sono risultati più lenti rispetto alle gomme di quest’anno ma era del tutto prevedibile in quanto si tratta di pneumatici progettati per avere una robustezza maggiore. Inoltre, piloti e ingegneri si sono trovati ad avere con i prototipi un bilanciamento molto diverso e non c’è stato tempo per affinare l’assetto, visto che bisognava lavorare anche in vista del fine settimana. Detto questo, si tratta di una nuova sfida per noi ingegneri e, come tale, è sempre la benvenuta!”