La Maserati ha concretizzato il suo primo passo verso il futuro con una manifestazione che è stata la “sintesi” dell’aggressività con cui la casa del Tridente si appresta a rilanciarsi per andare incontro ad un futuro veramente molto interessante dal punto di vista tecnologico.
Radunare 400 persone in una situazione in cui i contagi possono essere possibili è stato un simbolo concreto di quello che si può fare nel momento in cui si crede ad un evento e si vuole che lo stesso rimanga memorabile.
Controlli ferrei e ripetuti consegna di materiali di prevenzione, una enorme tribuna in cui il distanziamento personale è stato osservato in modo scrupoloso e non solo visivo.
I posti che si dovevano occupare erano contraddistinti dalla presenza di un cuscino.
Buona parte degli stessi partecipanti, siano essi stati invitati o fossero operatori dell’informazione ha cercato di essere osservante ed utilizzare la mascherina protettiva ve ne erano anche di quelle bianche con il tridente. Fatti salvi per l’aperitivo di benvenuto e la successiva cena in loco.
Una nota molto troppo stonata e segno evidente di quella che è la realtà dei fatti è stato lo stato della strada che porta dalla rotonda di Marzaglia all’ingresso pista.
Tutti ne hanno visto e commentato la pericolosità e lo stato di abbandono c0n alcune parti della banchina franate e da cui bisogna stare lontani, se ci si riesce, specialmente quando l’incrocio tra due macchine è PERICOLOSO e richiede che quasi ci si deva fermare.
L’amministrazione non ha nessuna giustificazione in merito perché questo è il problema di sempre di cui si parla e con il passare del tempo tutto diventa più complicato.
Quando si sente dire e si constata che Maserati sarà Modena centrica, che vi sono tutte le prerogative da qui a 5 anni che il futuro dal Tridente sarà ecologico e prestazionale, quello che è mancato, quasi in modo indecente, è apparso concretizzato dal poco interesse effettivo nel tombare un paio di fossi di scolo di campagna, senza perderne la funzionalità.