C’è un proverbio che ha un significato in versione positiva ma in questo caso, per domenica sul circuito Mugello al debutto in F.1 e proprio in occasione della millesima presenza della Ferrari in una gara di campionato del mondo, potrebbe avere una triste consequenzialità
“Non c’è il due senza il tre” e siamo proprio alla terza gara consecutiva di F.1 ed in cui nelle prime due vi è stato un risultato in regressione che a Monza ha minato il prestigio del marchio per il cavallino rampante.
Mancanza di prestazioni prima, mancanza di affidabilità ed infine stato d’animo non consono che ha portato all’incidente “miracoloso”, nel suo esisto, per Charles Leclerc mentre ha portato un concreto superlavoro all’interno del reparto corse per ricostruire una monoposto in sicurezza, ben oltre il tradizionale rialzo in gara.
Di gara in gara si sentono i “santoni” ed i “soloni” che sanciscono “più basso di così non si può andare” ed invece si nota come questo non si sia assolutamente verifica e la situazione della Ferrari sembra essersi infilata in un sorta di pozzo di San Patrizio, senza fondo.
Per l’ennesima volta si sente parlare di arma segreta, di nuove componenti che dovrebbero essere in grado di rivoltare come un calzino le prestazioni della SF1000 problemi e riportarla a livelli prestazioni più consoni al blasone.
Oggi, stando a quelli che avrebbero dovuti essere i programmi di lavoro al simulatore, a Maranello, GES vi sarebbe stato Sebastian Vettel. Come interpretare questo suo lavoro?
Ovviamente totalmente dedicato al presente, a cercare di capire se certe novità possano essere utilizzate con esisti positivi, mentre per quanto riguarda gli sviluppi per il prossimo anno gli stessi gli sono assolutamente preclusi.
Il programma di lavoro al simulatore sembra che fosse già stato definito, prima dell’incidente in cui è stato coinvolto Leclerc che ovviamente è logico che venga lasciato a riposo per recuperare in funzione di un tracciato, quello del Mugello, in cui le sollecitazioni sul fisico, collo in particolare, sono piuttosto pressanti.
Da non escludere, nella scelta del pilota , anche la possibile maggiore esperienza nell’analisi delle novità e nello stesso tempo uno status quo sino alla fine del rapporto di collaborazione, questo anche se poi in pista si palesano situazioni per lo meno chiacchierabili.