Nel caleidoscopio schizzofrenico relativo alle modalità di apertura a fronte delle restrizioni sinora imposte per contrastare il diffondersi del Covid 19, bisogna avere, tra le altre la certezza relativa ai comportamenti da tenere quando si cammina a piedi.
Sinora si è sempre sentito parlare della distanza minima di 1 metro, dato che non teneva conto dell’uso delle mascherine che non è mai stato con grave errore reso obbligatorio.
Ora si sente parlare che questa distanza, tra le persone, potrebbe salire ai 2 metri quando ci si trova in fila e ci si trova a camminare al di fuori della propria abitazione.
In entrambi i casi, con cui si vuole rendere obbligatoria una delle due norme, bisogna apportare alcune modifiche sostanziali nell’utilizzo dei marciapiedi utilizzati dai pedoni che, escluse un paio di realizzazioni presenti in Via Emilia Est dove la loro larghezza supera i 2 metri, hanno delle larghezze molto limitate.
Limitate quel tanto per cui, se si vuole rispettare questa distanza sociale sia pure nel breve attimo dell’incrocio, sarebbe necessario che uno dei pedoni scendesse ed andasse ad occupare la sede stradale con un grave rischio per la propria incolumità e per la sicurezza della patente e dell’aspetto psicologico di chi guida.
Una soluzione, abbastanza semplice e quasi banale da applicare, sarebbe quella di creare dei percorsi a senso unico sui marciapiedi.
Con quale criterio? Il senso di “pedonata” ovvero di passaggio e direzione a piedi dovrebbe essere quello per cui si abbia alla propria destra il muro di una casa o la recinzione di un cortile.
Ne consegue che in una strada vi sarebbe una sola direzione di marcia sul marciapiede di destra a fronte dell’inizio della numerazione e di sinistra per chi viene dalla fine della strada.