La F.1 è molto agitata. L’attuale pandemia ha fatto emergere tutto quanto era sopito da sempre ma che alla fine gli interessi economici erano riusciti a mantener come la brace sotto la cenere.
Uomini di maggior spessore sapevano gestire abilmente la situazione dando ad ognuno il contentino per quelle che pensavano le singole opportunità ed alla fine il “giochino” sia pur tremolante poteva ancora “giocare”.
Oggi molte di quelle persone non vi sono più, materialmente, o comunque sul timone di comando. Persone cui non si poteva far credere che “il padrone della legna d’inverno morisse di freddo” perché se si fosse aperto l’armadio degli scheletri, apriti cielo.
La certezza o quasi che oggi gli scheletri negli armadi non siano così conosciuti, ne fa scaturire una situazione in cui vi sia la situazione del “l’un contro l’altro armato”.
E il classico momento di possibile disgregazione del sistema per un motivo molto semplice: il collante che sinora ha consentito l’unità del sistema, gli Usa Dollars, si è volatilizzato.
La crisi è emergente e non è dato per scontato che la semplice ripresa dell’opportunità della pista sia sufficiente per garantire un futuro economico per avere una stagione “concreta” per il prossimo anno se si escludono quegli appuntamenti che sono garantiti dalle finanze di ogni singolo stato.
Bisogna vedere quanti potranno ancora essere alle condizioni attuali, economiche ovviamente, i promotori di ogni singolo evento, ovvero coloro che hanno il rischio d’impresa, senza un consistente supporto del potere centrale, in funzione di immagine nazionale.
Da molto tempo esiste ormai una doppia classifica: quella dei top team e quella degli altri che si devono accontentare di sporadici ed occasionali risultati emergenti dal loro plafond.
Il posticipare di un anno abbondante, forse 2, l’introduzione delle radicali modifiche tecniche e sportive, che si sarebbero dovute concretizzare nel 2021, deve essere accompagnato da una sorta di moratoria nelle spese relative a sviluppi troppo arditi per dare l’opportunità di quella boccata di ossigeno necessaria per ristabilire una base concreta di lavoro.
Capitalizzare gli interessi di quanto già fatto.