La F.1 è in fibrillazione. Le dichiarazioni di un “accordo” secretato tra la Fia e la Ferrari per quanto concerne la diatriba sulla tipologia tecnica dei propulsori utilizzati nella passata stagione stanno gettando 50 sfumature di grigio sull’immagine della “Rossa di Maranello”.
Mercedes e Red Bull, che erano stati da prima i “fomentatori” occulti delle perplessità e poi sempre più esposti nelle loro esternazioni, sono subito riapparsi in prima fila nel leggere quanto ufficializzato dalla Fia sui trascorsi della passata stagione motoristica.
Se non ricordiamo male hanno sempre e solo espresso delle sensazioni, insinuazioni, ma nulla più. Non avrebbero mai presentato un reclamo ufficiale, con relativo esborso delle tasse da pagare e delle effettive garanzie, a fronte di quanto previsto dal regolamento tecnico della Fia e dalla F1 in particolare.
I due rappresentanti, in pista, di altrettanto prestigiosi marchi di motori, Mercedes appunto ed Honda, hanno esternato le proprie preoccupazioni per quanto riguarda il futuro dopo aver lette quelle righe. Hanno disotterrato l’ascia di guerra sempre che l’avessero mai sotterrata e fumato il calumet della pace.
Tra le righe di quanto si legge emerge infatti l’opportunità o il sospetto di una sorta di accordo tra gli ingegneri della Ferrari ed i tecnici della Federazione internazionale, molti peraltro ex vertici progettuali della GES Ferrari, per quanto riguarda lo sviluppo dei motori presenti, lo 065, e quelli futuri, in particolare a partire dal prossimo anno, quello di svolta della F.1, sia per quanto riguarda le opportunità tecnologiche ma anche quelle “chimiche” sulla tipologia dei combustibili utilizzabili.
Come se questo non bastasse vi è a più breve scadenza il non poco importante problema legato al Corona virus e a quelle che sono sacrosante prese di posizioni di alcuni paesi per proteggere i propri confini sanitari, in particolare dagli italiani grazie a certe sconsiderate prese di posizione da “dilettanti allo sbaraglio”.
Quali sono i possibili risvolti? La cosa più concreta, in mancanza di certezze sarebbe quella di prendere una decisioni importante da parte della Ferrari. Senza garanzie concrete di poter avere, sul tracciato di Melbourne, una struttura di uomini all’altezza di quanto necessario per lo svolgimento della gara sia per quanto riguarda se stessa, sia per i team supportati, la Ferrari dovrebbe annunciare il proprio forfait.
Come già scritto potrebbe essere una cartina di tornasole per quantificare il peso Ferrai in F.1 annessi e connessi.
Per entrambe le soluzioni, sia pure in situazioni regolamentari e di accordi ben differenti, o quasi, mancano due personaggi forti del sistema.
Per la F1 in generale Bernie Ecclestone che avrebbe trovato, come suo solito, una soluzione concreta a e positiva per entrambe le soluzioni. Come quando la F.1 ebbe accesso per la prima volta oltre la “cortina di ferro” e non solo. Avrebbe saputo gestire e garantire, in particolare, l’immagine del sistema. Avrebbe trovato il giusto antidoto, non quello medico. Che è quello che interessa meno in F1.
Per la Ferrari, invece, la presenza di un uomo forte come Enzo Ferrari che, in situazioni ingarbugliate e poco chiare era capace di non far partire macchine e squadra da Maranello, di spedirle sotto “mentite” spoglie e non di colore rosso, o nelle situazioni emergenti, ma sul campo, tuonare “caricate le macchine e tornate a casa“. Il tutto senza se e senza ma.