Il G.P. d’Australia di F.1 è e rimarrà la gara di apertura del campionato mondiale di F.1 dell’anno in corso.
Il primo passo per andare verso i festeggiamenti del 70° anniversario dello stesso campionato e per il 1000° Gran Premio disputato dalla Ferrari.
Decisione all’oggi ed è possibile che venga aggiornata in caso di sviluppi negativi. La procedura prevista, per l’accesso allo stato di Victoria, è restrittiva per buona parte del personale della F.1, compresi tecnici e piloti in arrivo dal vecchio Continente.
Le autorità locali stanno allestendo un apposita ed ampia area, suddivisa in reparti, dell’aeroporto dove gli interessati, in arrivo, dovranno aspettare in una sorta di “quarantena” ridotta ai tempi necessari per l’analisi dei tamponi cui saranno sottoposti.
Un tempo di 4-5 ore che si possono ampliare se dovessero sorgere dei dubbi anche dopo aver passato, singolarmente, lo scanner per il rilevamento della temperatura, sotto il controllo ferreo delle autorità mediche predisposte.
Se gli esiti risulteranno essere negativi si procede all’avanzamento del programma d’accesso al paese, agli alberghi ed al tracciato.
Questa serie di controlli, almeno quella della temperatura, potrebbe proseguire, anche, nel settore del paddock e dei box.
Situazione analoga sembra essere stata “concordata” con il Bahrain. I provenienti da aree giudicate ad alto rischio saranno accolti da personale, ovviamente specializzato, ed aggregati, in aree appositamente dedicate per effettuare i test sanitari.
La percezione di una febbre porterà ad essere trasferiti in un’area apposita dove essere sottoposti ad esami più approfonditi.
Se al controllo del tampone, lo stesso dovesse essere positivo al Coronavirus, il tragitto prevede il trasferimento, in quarantena, presso un ospedale che si sta predisponendo appositamente nella capitale Manama.
Come si vede, facendo un parallelo con quanto avviene in pista, il semaforo verde è affiancato dalla bandiera gialla fissa se questa sventola il raggiungere il tracciato sarà una chimera.