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Nessun italiano in Ferrari Driving Accademy dopo un passato importante

Se non ci sfugge qualcosa, leggendo i nomi dei giovani rampanti dell’automobilismo agonistico, si nota che in questa “infornata” di giovani possibili promesse che sono inserite nel programma della Ferrari Driving Accademy non appaiono piloti che facciano parte del vivaio con passaporto italiano ed anche nessuna donna.

Due le ipotesi: la prima può derivare dal fatto che l’orizzonte di analisi si sia ampliato a livello internazionali da parte degli “analisti” che lavorano in tal senso per conto di questa sezione della Ferrari. La seconda che purtroppo in Italia non vi siano giovani talenti che rispondano appieno alle prerogative necessarie per entrare a far parte di questo manipolo di privilegiati che hanno a disposizione una opportunità più unica che rara.

In passato, invece, nell’elenco di italiani ve ne sono stati ma poi non sono riusciti a concretizzare quello che è il sogno di un pilota professionista: arrivare in F1 prima, cercare di puntare al mondiale poi e qui la memoria si perde nell’antichità delle competizioni.

A rappresentarli vi è Antonio Fuoco. E’ uno dei campioni italiani che verrà premiato il prossimo mese da Aci Sport per il suo titolo nel campionato GT. Nell’ombra inoltre , ovvero lavorando appieno al simulatore di F1, contribuisce allo sviluppo dei progetti delle nuove monoposto ed ha avuto un pregio non da poco nella passata stagione.

Per cercare di capire quale fosse il baco esistente tra quanto rilevato a tavolino ed al simulatore e quanto effettivamente esistente in pista e lamentato dai piloti, Vettel in particolare, la Ferrari lo ha richiamo in pista durante una delle giornate di test di prove comuni riservati alla F:1 della stagione, al posto di quella che avrebbe dovuta essere una sessione in pista per Mick Schumacher.

Tocco di bacchetta magica, come intuizione programmatica, perché in pochi giri lo sviluppatore italiano, al “ragno” di simulazione nella GES, si è accorto che qualcosa non quadrava ed ha cominciato a confrontarsi con i tecnici presenti ai box e con quelli del “Garage” di Maranello che lo leggevano in diretta, andando a trovare il bandolo della matassa: tra il dire ed il fare.

Una serie di intuizioni che sono risultate essere basilari per introdurre il correttore dello “spread” esistente e consentire, quindi di apportare quelle modifiche alla SF90 che nella seconda parte della stagione ha dimostrato una maggiore competitività, proprio con il ritorno di Fuoco al simulatore.

Il discorso al femminile è un pò più complesso in quanto questa rappresentanza nelle competizioni di velocità in circuito è decisamente infinitesimale e già questo riduce le opportunità di veder emergere qualcosa che abbia delle concrete caratteristiche per accedere a queste opportunità per il futuro.