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L’auto incide al 20% sulle emissioni di CO2 e il controllo sul restante 80%?

Lo sanciscono coloro che per lavoro si occupano d’inquinamento: la circolazione dei veicoli leggeri incide al 20% del totale delle emissioni di CO2.

Nonostante questo valore percentuale che è minimale a fronte dell’ 80% costituito dal resto, sfruttando la dicitura “polveri sottili” a farne le spese sono solo le automobili.

Traffico limitato nelle grandi città e solo in determinati spazi. Quasi esistesse una barriera invalicabile tra l’ oltre, ed il cis, entro.

Ovvero, parlando di Modena, certe tipologia di auto inquinano all’interno della cerchia delle tangenziali mentre oltre le stesse non inquinano.

Falso, totalmente falso e nella realtà si dimostra come questi provvedimenti non sono utili ad ottenere una diminuzione degli inquinanti in quanto le limitazioni nel tempo e nello spazio, sia pure in versione emergenziale, sono state prolungate sino al 7 gennaio, almeno.

Questi provvedimenti presi dagli enti, cui la Regione Emilia Romagna demanda i poteri decisionali ed i relativi risultati dovrebbero indurre a spremere le meningi e vedere di scandagliare, in particolare, quell’ 80% immune da restrizioni concrete in quanto non esistono i controlli.

Mentre, al termine di ognuna di queste applicazione dei provvedimenti emergenziali di limitazioni al traffico, abbiamo le informazione su quante sono state le vetture controllate e le eventuali sanzioni comminate, non si hanno notizie su quelli che dovrebbero essere gli altrettanto ferrei controlli da eseguire presso gli altri soggetti che dovrebbero rispettare le limitazioni.

Ovvero quanti sono state le abitazioni civili, i luoghi pubblici e fabbriche dove è previsto un limite delle temperature ambiente che sono state controllate nello stesso periodo e quante le sanzioni.

Altrettanto dicasi per quei luoghi dove una parte del riscaldamento o tutto lo stesso avviene utilizzando stufe alimentate con pellet, legna per non parlare di carbone.

Unico caso notato, di rispetto del provvedimento, è stato a Sassuolo, l’anno passato, in un ristorante. La stufa a pellet era spenta ed il riscaldamento era affidato agli split che sfruttavano la pompa di calore presente nelle “macchine” dei condizionatori.