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Gli amministratori di Modena: “Fate come dico ma non come faccio” Negli uffici pubblici si parla di riscaldamento con temperature estive

La regione impone delle draconiane misure alla limitazione del traffico in funzione delle condizioni di respirabilità dell’aria nella pianura Padana. Misure che continuano a confermare la loro inefficienza in quanto il 75% dell’inquinamento è generato da altre fonti che non vengono chiamate a risponderne, in quanto “politicamente” protette e nello stesso tempo limitate solo ad alcune aree delle città più popolate mentre oltre i limiti ne capitano di tutti i colori.

Chi legifera non ha evidentemente delle cognizioni tecnologiche ed ambientali che siano concrete e non solo elettorali. A Modena evidentemente si pensa che nell’anello delle tangenziali vi sia un muro, stile Berlino sino anni 80, che separa drasticamente le due aree ed arrivi ad impedire la circolazione dell’aria discriminando la divulgazione degli inquinanti impedendo agli stessi di trasferirsi in città.

Un esempio eclatante a Modena. Mentre agli automobilisti vengono aggiunte limitazioni emergenziali per eccesso di concentrazione di inquinanti, negli uffici pubblici, c’è chi è andato a riscontrare forse anche su suggerimento degli stessi lavoratori che li occupano, delle temperature ambiente che sono altamente superiori a fronte di quanto previsto dalle limitazioni complessive e molto prossime se non superiori a quelle che si riscontrano a frequentarli nella stagione estiva quando l’aria condizionata viaggia a dei regimi da “frigorifero”.

“Fate come dico ma non come faccio” o meglio lascio fare senza porre in essere quegli stessi controlli, giusti se richiesti dalla legge, che vengono attuati nel traffico quotidiano. Su questo non solo gli automobilisti ma anche i cittadini non devono transigere per un paio di motivi almeno.

Primo: il rispetto delle regole a 360° e non solo da parte della “plebe” . Secondo: per lo sperpero del denaro pubblico, dei contribuenti, in combustibile per il riscaldamento quando lo stesso non è necessario.

“E io pago”- “E io pago”. Ma quanto è attuale lo sbottate del mitico Totò di alcuni decenni or sono.

Paga l’automobilista: che deve usare la propria auto per i trasferimenti di lavoro in quanto il mezzo pubblico è quasi inesistente e lento e deve togliere del tempo libero per la propria vita quotidiana e nello stesso tempo

Paga, economicamente parlando, anche per il riscaldamento inutile.