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Nella notte di Singapore hanno vinto i tecnici della GES di Maranello dove sventolano 4 bandiere.

I commenti pubblici di CL#16 (Charles Leclerc) non fanno bene al clima di casa Ferrari che sembra aver finalmente trovato la strada giusta per avere una monoposto SF90 in versione altamente competitiva, grazie ad uno sforzo pressante dei tecnici della GES a Maranello.

L’astro nascente dell’automobilismo di F1, che continuano a definire “predestinato” deve capire che la Ferrari è una squadra e che quanto successo ieri, nel G.P. di Singapore fa parte del gioco delle parti che prevedeva anche, vista l’opportunità del dominio in assoluto, il recupero psicologico di SV#5 (Sebastian Vettel).

Ieri si è avuta la conferma come, in F1, l’efficenza di una monoposto è il cardine su cui si possono esprimere le doti di un pilota. Pilota che ci deve mettere del suo e questo suo si esprime al massimo livello quando si sente in simbiosi con il proprio mezzo.

Corpo unico uomo macchina come è stato per CL#16 in occasione delle due gare di Spa e Monza, con un certo tipo di monoposto. Stesso dicasi nella Città Stato per SV#5 che voleva di nuovo arrivare ad una vittoria vera dopo quella che gli è stata tolta a tavolino in Canada.

Da una parte, il monegasco che ambiva ad entrare in uno degli empirei Ferrari con quelle tre vittorie consecutive, ottenute all’inizio della carriera, che sono e rimangono, per ora, ad appannaggio di Niki Lauda e Michael Schumacher. In contraltare, il desiderio “volontà” del suo compagno di squadra tedesco di potersi annoverare “l’uomo di Singapore” con il massimo delle vittorie ottenute, in carriera, 5 dopo che nell’anno passato gli è sfuggita l’opportunità del 5° titolo iridato a favore di HLH#44 ( Lewis Hamilton)., almeno dal punto di vista psicologico.

SV#5 si è meritato il risultato ottenuto, in quanto autore di una prestazione che gli ha riscattato, almeno in parte, i più recenti passi falsi. Se non vi fossero state alcune Safety Car, di norma su questo tracciato ad annullare ripetutamente i suoi vantaggi parziali, il suo crono sarebbe stato decisamente migliore.

La cosa positiva è che entrambi i piloti hanno potuto esprimersi sino alla fine senza strategie “risparmiose” si per il consumo di carburante, mitigato dalla presenza delle Safaty Car, sia per lo sfruttamento dei pneumatici che non hanno presentato anomalie. Lo confermano le rispettive interpretazioni di Lepre per SV#5 e di Segugio inseguitore di CL#16

Cosa è successo, poi, nelle segrete stanze come “preteso” senza mezzi termini dal monegasco e confermato da Mattia Binotto, per ora è top secret. Sarà stato ricordato che a Spa SV#5 ha contribuito a proteggere la vittoria del suo giovane compagno di squadra resistendo, fin che gli è stato possibile al sorpasso di HLH#44 che ieri di Hammer ha avuto veramente poco anche nei confronti di Verstappen sia per le prestazioni della monoposto sia per le strategie di squadra.