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Ferrari ci sono le prossime tre gare per dare una svolta in recupero per il campionato costruttori

Le prossime tre gare, quelle che precedono le “ferie” estive della F.1, sono la possibile, per non dire unica, base su cui la Ferrari deve definire i risultati relativi alla competitività della SF90 e poter cercare di recuperare punti nella rincorsa, almeno, al titolo iridato costruttori.

Tre gare due tipologie molto differenti di tracciati. Silverstone, dove si corre nel fine settimana, caratterizzato da un tracciato veloce, sia pure un lontano ricordo di quello che nel passato era considerato il vero tempio della velocità ed ora caratterizzato da “raccordi” che frenavano molto di più le galoppate delle monoposto, pur rimanendo un tracciato classificato veloce.

In questo momento dell’anno il clima inglese è da sempre abbastanza bizzarro, in particolare per quanto riguarda variazioni che spaziano da un clima piovoso e temporalesco ad un possibile caldo torrido che affatica molto, non solo le monoposto, ma anche i piloti.

Questa seconda opportunità è quella in cui sperano a Maranello visto che la SF90 non soffre le temperature più elevate come invece accade per la sua avversaria diretta la W10, cui, dal G.P. d’ Austria si è aggiunta la Red Bull.

Di questo possibile handicap non bisogna fidarsi più di tanto in quanto a Brackley i tecnici della Mercedes capitanati da Toto Wolff non sono stati certo con le mani in mano ed avranno provveduto a trovare la soluzione più idonea per garantire le giuste temperature d’esercizio del motore senza perdere le peculiarità dell’attuale aerodinamica.

A seguire tra due settimane il G.P. di Germania che si corre su un circuito molto “martoriato” a fronte delle sue caratteristiche del passato quando al classico motodrome, una sorta di pentola a pressione per il calore che lo caratterizza per la presenza di alte tribune e e che, nell’anno passato, ha coinciso con l’inizio della crisi Ferrari-Vettel, si alternava il velocissimo, impossibile da mettere nel dovuto livello di sicurezza, tratto nel bosco costato la vita a Clark dove, oltre a temperature più basse vi era un aria vitaminizzata dall’ossigeno emanato dagli alberi.

Oggi il tratto veloce è più limitato ed i tecnici preferiscono optare per una soluzione aerodinamica che sia ottimale per il “motodrome” dove è necessario disporre del massimo di trazione avendo ben presente il problema relativo alle sollecitazioni massime cui viene sottoposta la gomma anteriore sinistra che è quella che deve sopportare il lavoro maggiore vista la presenza “massiccia” di curve, non solo a destra, ma molto sollecitanti compreso il tornante che collega la parte nuova del tracciato con quella storica dove la frenata raggiunge un livello molto elevato.

La terza ed ultima gara del trittico, appena una settimana dal G.P. di Germania, si corre sul tracciato dell’ Hungaroring che ha due caratteristiche di base: abbastanza corto e tortuoso con un sol vero punto di sorpasso, dopo il rettifilo più corto del mondiale, appoggiato all’interno in una conca, tra le colline a 20 km da Budapest, che è caratterizzato da temperature che sono veramente “insopportabili”. Se poi viene qualche scroscio di pioggia le cose si aggravano ulteriormente a fronte di un crescente tasso d’umidità.

Tracciati a parte, la Ferrari, oltre alle soluzioni tecniche che sono state realizzate per rendere più competitiva la SF90, deve rivedere in modo radicale alcune delle situazioni che hanno impedito di recente di sfruttare in modo più positivo le “debolezze” della Mercedes.

Errori umani, come sembra siano stati quelli che hanno frenato Vettel nelle qualifiche, il problema del suo pit stop “secolare” ed infine la strategia messa in essere per Leclerc quando le sue gomme erano ancora in grado d’essere competitive per un numero di giri che gli avrebbero consentito di avere, a fine gara, dei pneumatici più performanti e resistere in modo più aggressivo agli attacchi di Verstappen.