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Si va alle urne gli automobilisti si aspettino di peggio e di più.

Il mondo dell’ automobile è sotto attacco, da sempre, e dopo queste votazioni si prospetta uno scenario che si può definire solo “lugubre”. In generale nelle campagne elettorali non è sembrato che l’argomento mobilità sia stato toccato più di tanto

Di certo vi sono situazioni che favoriscono questo status, delinquenziale e criminale, come sinonimi nel comportamento di una categoria a fronte di sciagurati comportamenti da parte di alcuni, pochi, che chiamare automobilisti è un insulto.

Ormai la corrente di pensiero ha raggiunto dei livelli che sono prossimi al non ritorno, supportati anche da un assenza precisa dell’autorità preposta al rispetto delle regole, ma anche di una filosofia di pensiero e di concreti concetti per dare agli automobilisti, ed alla mobilità in generali i significati di una volta.

L’inquinamento, imputabile all’auto è solo, l’ 8% sul totale. Dato che trova come sola soluzione il diniego nel poter utilizzare un mezzo indispensabile per il lavoro ed un certo livello di libertà, in assenza quasi assoluta di un trasporto pubblico che possa soddisfare in sicurezza il suo utilizzo.

E dell’altro 92% non si parla ne si indaga e si vuole ritornare entro i limiti meno nocivi alla salute.

Usare il trasporto pubblico lo si può definire sicuro in assoluto? Basta leggere le cronache per avere risposta e scoprire che, in un certo periodo recente, vi sono stati più incendi, con distruzione totale sui mezzi di trasporto pubblico, che sulle vetture presenti sulla pubblica strada sia pure questa presenza sia in numeri ben più importanti.

Dal futuro politico ci si dovrà aspettare solo “repressione circolatoria” perché è il metodo più semplice, economico e che non richiede competenze tecniche per non risolvere, comunque, il problema.

Si parla tanto dell’inquinamento dal traffico privato, poi si scopre che le pubbliche amministrazioni rinnovano i rispettivi parchi macchine facendo ricorso ad escamotage legati a differenti sistemi, sempre e comunque misti, di alimentazione con combustibili provenienti dal fossile.

L’unica differenza è che inquinano in modo differente, non analizzato ne preso in esame dalle strutture di controllo.

Le alimentazioni elettriche, specialmente per quei mezzi che per conto delle pubbliche amministrazioni, locali, regionali o di Stato, nella giornata lavorativa percorrono in media 50 chilometri, non sono prese in considerazione in quanto sono giudicate più costose, lo sono in effetti, e non rientrano nelle disponibilità dei bilanci e nella volontà di dare il buon esempio.

Risposta quanto mai attuale alla frase: “Fate come dico ma non come faccio