Paolo Scudieri, presidente di Anfia, all’interno del dibattito di apertura del Motor Valley Fest Il futuro dell’Automobile moderato da Gianluca Pellegrini direttore di Quattroruote, ha lanciato un “grido” di allarme sul concreto del mercato dell’auto di oggi.
Niente paiette e lustrini, solo duro lavoro che dipende dalla crisi economica e può fare altrettanta crisi economica.
Innanzi tutto ha ricordato che l’automobilista ed il mercato dell’auto sono il portafoglio sempre aperto per ogni governo e dallo Stato in generale quando si deve fare cassa e si ha bisogno di quel contante che non si riesce a recupera, o è molto diffide, dall’evasione del sommerso.
Sul mercato dell’auto bisognerebbe invece prestare più attenzione per quelle che sono le conseguenze immediate su chi lavora nel settore a partire dai concessionari, per transitare lungo tutta la filiera ed arrivare ai posti di lavoro all’interno delle fabbriche.
Si è parlato anche del settore dell’inquinamento e di quelle che sono le vere colpe da imputare all’automobile considerando gli incrementi che si sono concretizzati nella diminuzione delle emissioni degli NOX che sono gas inquinanti al contrario della Co2 che invece ha solo il “potere” negativo sull’incremento della temperatura.
Incremento che è imputabile solo per 8% delle percentuali di emissione di questo gas in atmosfera. Si interviene sempre e solo sull’automobile mentre nessun provvedimento viene preso su quello che è l’altro 92%.
Si è parlato anche dei confronti relativi ai dati raccolti negli ultimi 15 anni, in cui, ad un aumento del chilometraggio percorso del 31%, si sono registrati diminuzioni nella emissione di CO2 dagli scarichi delle auto attorno al 38%.
Altro dato da tenere presente è quello relativo al livello di inquinamento a fronte di chilometri percorsi ed anche il dato che riguarda il costo del carburante consumato, anche quando la vettura non si muove. Ovvero della necessità di creare una viabilità in cui vi sia movimento, che non deve essere frainteso con velocità assoluta.