Se…..se…. ma. Con i se ed i ma non si è mai fatto nulla per tradizione e concretezza. Nella foto vedete Charles Leclerc transitare da assediante e prima di andare a sbattere rovinosamente contro le barriere, davanti e sotto le mura del Castello di Baku dove sono arroccati Valtteri Bottass e Lewis Hamilton che ringraziano per il regalo fatto loro e relativo alla prima fila sullo schieramento di partenza. Un arroccamento quanto mai gradito.
Tra poche ore, però, la palla passa nelle mani di Sebastian Vettel che ha ammesso di aver privilegiato una situazione da “solitario” nella fase decisiva delle qualifiche per la difficolta riscontrata nel mandare in temperatura i pneumatici e mantenere la stessa in particolare nella fase finale del lungo rettifilo che tende a favorire un abbassamento delle temperature verso un range di utilizzo che non è dei migliori.
L’errore che ha fermato Leclerc non è stato il solo che il monegasco a commesso visto che le immagini dei replay hanno evidenziato come, appena prima dell’i incidente che lo ha fermato, esse già avuto delle problematiche per quanto riguarda contatti con le barriere a bordo pista.
Oltre ai lavori di ricostruzione della monoposto n°16, durante i quali i commissari tecnici della Fia hanno presidiato il box della Ferrari, su ordine specifico di Jo Bauer, loro capo supremo, che ha chiarito la situazione con i responsabili del team di Maranello, armati di smartphone pronti a scattare immagini su immagini. per evitare contraddittori.
Una situazione che si è resa necessaria perché bisogna ricordare che dopo le qualifiche e prima della gara esiste un regime di “parc ferme” in F.1 e subito dopo questo incidente sono arrivate le “insinuazioni” ed i suggerimenti del team Mercedes che ha messo subito pulci nelle orecchie della Fia a livello ufficiale, per evitare contraddittori successivi, prima e dopo la gara.
Parallelamente, nelle segrete stanze occupate dal team Ferrari si è dovuto procedere anche ad un lavoro psicologico nel rapporto di coppia tra i due piloti della Ferrari da parte di Mattia Binotto e forse anche John Elkan presente ai box ed il cui labiale è stato immediato ed inequivocabile.
Un rapporto psicologico di coppia che si sta dimostrando “intenso”, su cui ha soffiato e continua a soffiare, come un mantice, Lewis Hamilton che giudica troppo mortificante la situazione del neo pilota della Ferrari, per quanto riguarda la sua sudditanza nei confronti di Vettel. Esternalizza ed anche, indirettamente, depreca pubblicamente e ripetutamente i troppi ordini dal muretto box.
Un atteggiamento che ci ricorda quello che gli storici riportano fosse un abitudine di Tazio Nuvolari quando, di volta in volta sullo schieramento di partenza, si rivolgeva a quello che era il suo avversario più pericoloso in quella gara, con una frase che, come minimo, richiedeva di aggrapparsi a tutti gli scongiuri possibili ed immaginabili, fermo restando l’altissimo livello di pericolosità delle corse di allora.
Che Leclerc avesse come chiodo fisso, in questa prima parte del fine settimana a Baku, la dimostrazione delle sue qualità di pilota su questo tracciato, con i tempi sul giro sempre migliori del suo “capitano” in tutte le sessioni cronometrate da lui concluse, è stato più che palese.
Un confronto psicologico che nella fase intermedia delle qualifiche ha poi dimostrato di portarlo a forzare a tal punto da commettere un errore di cui lui stesso si è assunto la piena responsabilità e sia andato a scusarsene con i propri uomini ai box. Questa tipologia di situazioni, come pure il livello di affidabilità di tutti i componenti, devono essere “emarginati” per concentrarsi sulla competitività globale.