L’arrivo di Mick Schumacher nei test dei giorni scorsi sul circuito del Bahrain ha avuto l’effetto del classico sasso che arriva in uno stagno ed agita in modo tumultuoso tutte le acque. Crea uno sconquasso.
Una presenza che ha di certo creato e creerà dei problemi. In positivo ovviamente, anche se in effetti arrivare ai tempi sul giro che ha siglato al debutto sono sì molto interessanti ma anche ancora un po’ lontani da quelli dei piloti migliori.
Si tratta di decimi di secondo, sono poi quelli più difficili da limare. Ora si apre un dilemma cui si deve decidere come dare risposta, anzi risposte.
Per prima cosa come programmare le sue future presenze in F1 durante i test consentiti dalla “legge” e nello stesso tempo con quale squadra e monoposto dopo la prima alternanza Ferrari- Alfa Romeo con cui è riuscito ad ottenere risultanze cronometriche analoghe .
Il primo giorno in Ferrari era un vero debutto con tutte quelle che me erano le prerogative. Il secondo giorno già ha consentito di far tesoro delle prime esperienze per cui i tempi sono stati analoghi e sarebbe stato altrettanto interessante vedere come e cosa sarebbe successo se avesse potuto tornare alla guida della SF90 per un confrontino cromatico con Vettel.
Il proverbio dice che “se son rose fioriranno” facendo attenzione alle spine, rappresentate dalle scelte con cui programmare il suo futuro stando molto attenti agli interessi che, non solo per un nome così importante ma anche per la nazionalità, sono molto appetiti.
Il legame con la Ferrari e con la FDA sono di certo radicati e bisogna fare in modo che tali restino, sia pure con quelle che sono le difficoltà contrattuali in essere per i piloti attualmente designati, sia nella casa madre, la Ferrari appunto, in Alfa Romeo, la sussidiaria più legata all’interno del gruppo, ed infine la Haas, che ha molto del made in Italy.
Schumacher, padre, è stato molto legato alla Ferrari, in cui ha contribuito a concretizzare una serie di stagioni da record, ma poi ha anche avuto stretti legami con quella che poi è diventata la Mercedes.
La stella a tre punte avrebbe come “sogno” quello di vincere il mondiale con un pilota tedesco. Se poi lo stesso fosse anche molto giovane ancora meglio, Uber Halles al 100%.
Molto del suo futuro dipenderà anche dalle risultanze del campionato di F2 in cui è presente, perché tra prove come quelle ei gironi scorsi ed una gara, in F1, non vi è solo un mare di differenza,ma un Oceano.
Se il suo io si dovesse continuare a concretizzare, in modo sempre positivo anche per il futuro all’interno della Ferrari e della FCA bisogna trovare un posto per far si che non “scappi” altrove tra lusinghe ed anche concreti vantaggi economici.