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Ciclista morto in via Emilia Est: moderare l’uso della parola pirata

Il tragico incidente, in cui ha perso purtroppo la vita un ciclista che sembra essere stato investito da un autoarticolato, viene bollato come atto di pirateria della strada.

Con la telecamera posizionata dietro il parabrezza della mia vettura e che entra in funzione all’accensione del motore, ho raccolto decine e decine di situazioni relative alle infrazioni sulla pubblica strada, sia pure la mia attuale percorrenza sia veramente limitata rispetto al passato.

L’archivio è ricco di situazioni che confermano come il verificarsi degli incidenti sia quasi minimale a fronte del numero delle infrazioni commesse e non rilevate e sanzionate.

“Pirata” è una semplificazione che è bene moderare per tanti motivi, non ultimo quello in cui il camionista non si sia assolutamente accorto di quanto successo alle spalle della cabina di guida.

Il fatto che il ciclista sia stato “travolto” è difficilmente individuabile da chi guida il mezzo vista la sproporzione delle masse in essere per cui è quasi impossibile percepire se una o più ruote sono passate sul povero corpo.

Una delle cause dell’incidente potrebbe essere la perdita di controllo della propria bicicletta da parte del ciclista a seguito dello spostamento d’aria che un autoarticolato di quelle dimensioni provoca anche in un tratto di strada in cui la velocità è limitata.

Questa perdita di controllo può essere all’origine della successiva caduta sotto le ruote che hanno straziato il corpo. Ribadiamo che, quanto citato, non vuole essere una colpevolizzazione del ciclista ma solo una limitazione nell’uso della parola “pirateria della strada”.

La circolazione dei ciclisti, nelle strade extra urbane, è ben regolamentata dal Codice della Strada. Norme purtroppo disattese, con troppa facilità, in particolare dai ciclisti italiani, mentre gli stranieri sono più abituati all’uso del corpetto catarifrangente obbligatorio sule strade extra urbane o poco illuminate, anche se poi non usano accese le luci prescritte anche per i tratti cittadini.

Cercare di farla franca, specialmente oggi in cui sono molteplici i tratti più o meno interessati dalla presenza di telecamere di video sorveglianza che, anche se non coprono il tratto interessato consentono di individuare i mezzi che sono transitati in un arco di tempo e quindi di identificarli e andare a verificarli, è un pensiero molto ottuso in quanto fa scattare dell’aggravante della pirateria della strada che non è una “sanzione”leggera. .