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Per Liberty Media: la Ferrari è un numero

Una delle situazioni più “anacronistiche” che dovrà affrontare Mattia Binotto, in funzione dl suo nuovo incarico al vertice della Gestione Sportiva della Ferrari, è quella di dover difendere il marchio del Cavallino Rampante a fronte degli attacchi “economici”, in particolare, che vengono portati dalla nuova proprietà dei diritti inerenti alla F.1.

Un confronto piuttosto acceso in cui era già impegnato Sergio Marchionne e che aveva come cardine due aspetti fondamentali della situazione in essere ed in particolare quei “benefit” che Bernie Ecclestone aveva, a suo tempo, concesso alla Ferrari in quanto molto più attento ad aspetti collaterali e morali che erano maturati nel lungo confronto che l’allora capo del “Circus” aveva avuto con Enzo Ferrari.

Non è un gran segreto che Marchionne avesse intrapreso l’esplorazione di un percorso alternativo da poter mettere sul tavolo della trattativa e che in questa direzione vi fosse una malcelata sintonia proprio con Ecclestone. Situazione che era, se non caldeggiata, almeno seguita con interesse anche dai vertici della Mercedes che avevano ben capito come fosse importante vincere un titolo iridato ma che fosse decisamente più importante vincere davanti alla Ferrari.

Binotto potrebbe trovarsi a dover prendere delle decisioni importanti, di quelle di cui era capace Enzo Ferrari e che fecero, allora, epoca. Una per tutte ” Mauro carica le macchine e torna a casa” . Decisione presa un sabato pomeriggio di un G.P. di Spagna e la progettazione nonché costruzione di una monoposto rispondente alle caratteristiche, allora realizzabili per ogni singolo costruttore, per poter essere schierata ad Indianapolis.

Oltre a questi aspetti “di marchio”, che Binotto visti i 25 anni di militanza dovrebbe sentire nel proprio DNA, vi sono quelli relativi ad alcuni aggiornamenti tecnici come quello relativo alla nuova filosofia con l’utilizzo di quei pneumatici ” ribassati” ormai addottati da anni in tutte le altre competizioni ma che in F.1 aveva trovato contrari i progettisti delle monoposto in funzione della rivoluzione che tale soluzione avrebbe portato con la necessità di nuovi e costosi studi di settore, c’è chi dice per quasi 20 milioni di euro.

La situazione chiede delle “spalle” robuste e bisogna far tesoro nell’eredità d’impostazione lasciata da Sergio Marchionne con cui peraltro Binotto aveva un filo diretto dal punto di vista tecnico in particolare