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Ferrari: l’omologazione per i parametri di sicurezza sulla nuova scocca nata dal progetto 670

Il primo passo, per poter continuare a lavorare sul progetto Ferrari 670 e consentire il montaggio del primo esemplare della monoposto da utilizzare nel prossimo campionato mondiale di F1, è rappresentato dalla omologazione di tutti quei componenti cui la FIA demanda funzioni di sicurezza a fronte della salvaguardia dell’incolumità dei piloti.

Senza che tutto abbia ottenuto esito positivo, presso gli appositi laboratori demandati ed omologati a loro volta dalla Fia per questo tipo di certificazione, non sarà possibile essere in pista già a partire dalla sessione di prove libere e di sviluppo comuni previste a febbraio prima dello spegnimento dei primi semafori rossi in Australia.

Sicurezza che deve fare rima con leggerezza e con rigidità torsionale e longitudinale della monoposto. Questi ultimi tre parametri sono quelli indispensabili, alla base, per la ricerca delle prestazioni più elevate.

In Italia il centro demandato alle omologazioni è quello di Bollate dove ogni singolo componente, da sottoporre ai test, arriva, di solito, dopo essere stato sottoposto a situazioni analoghe all’interno del reparto corse di Maranello. In pratica un imprimatur ufficiale che in passato ha presentato anche qualche imprevisto, facilmente superato al tentativo successivo.

Questa fase del progetto e della successiva omologazione per le monoposto 2019 è più “impegnativa” in funzione della evoluzione relativa alle normative tecniche che sono state imposte in funzione di un obiettivo finale: avere delle monoposto che consentano di dare ai piloti più opportunità per effettuare dei sorpassi e quindi di mettere in mostra le effettive qualità personali-

Cercare un affrancamento dagli attuali paletti relativi alle strategie di gara che sinora sono state conosciute e legate per i sorpassi da fare sfruttando le tempistiche dei pit stop.