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Siamo alle solite quando le cose non vanno bene in Ferrari sussurri e grida

La scomparsa di Sergio Merchionne,lasciando da parte l’aspetto decisamente umano per la famiglio sera quasi logico che portasse a delle rivoluzioni caleidoscopiche all’interno del gruppo FCA, Ferrari in particolare.

Il suo atteggiamento di accentratore con scelte che sono risultate molto importanti, hanno però creato delle tensioni che sono immediatamente diventate una realtà subito nei momenti successivi.

Il suo modo di affrontare direttamente le cose, andando a superare anche certe gerarchie esistenti almeno sulla carta, ha fatto si che vi siano stati in parallelo delle accelerazioni e nello stesso tempo delle “frenate” in quelli che sono stati gli sviluppi tecnici portati in pista.

Le correnti di pensiero si sono scontrate ed alla gara di Austin, in pista, sulle SF71H sono riapparse delle soluzioni tecnico – aerodinamiche di “antica” origine e che già a suo tempo avevano consentito di bilanciare la monoposto su livelli di prestazione superiori a fronte della W09.

Gli slanci in avanti, successivi, non hanno corrisposto alle aspettative e sopra tutto pensiamo che sia mancata quella parte di lavoro di analisi ed ulteriore sviluppo tra galleria del vento e pista che era svolto da Daniel Kvyat ritornato nell’orbita della Toro Rosso per il prossimo Anne e quindi non più “disponibile” per motivi di riservatezza.

La parte emergente dell “iceberg” è rappresentata dalle differenti interpretazioni espresse dai piloti nei confronti di queste nuove evoluzioni e del lavoro dei tecnici stessi.

Al centro delle disquisizioni vi sono anche gli errori con cui Vettel ha interpretato questa parte della stagione.

Se le cose continuano in questa direzione non solo in tedesco non potrà vincere il titolo iridato, ma dovrà salvaguardare il proprio secondo posto dall’arrembante Kimi Raikkonen.

Il finlandese con la sua la vittoria di Austin ha forse definitivamente chiarito che sarebbe stato meglio tenerlo in squadra proprio come voleva Vettel ed il cui “pensiero” invece è stato disatteso in tal senso.

Nelle prossime ore non ci sarà da meravigliarsi se in via Enzo Ferrari al 27 a Maranello il nuovo AD si trovasse tra le mani troppo patate bollenti, da ustione.