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“E’ stato bello sognare, ma non c’é più nulla da fare” Hamilton sale a 67 punti di vantaggio su un Vettel suicida ed una SF71H che ha perso la retta via

Nell’alba del Sol Levante: “E’ stato bello sognare, ma non c è più nulla da fare…” Hamilton porta, con una vittoria a mani basse, il suo vantaggio su Vettel a quota 67 punti e diventa praticamente irraggiungibile, salvo errori madornali e cedimenti strutturale del livello di affidabilità sulla W09.

La Mercedes è alla sua 44a doppietta sul podio e vola nella classifica costruttori, i piloti Ferrari non hanno ancora capito di stare alla larga da Max Verstappen, la SF71H è surclassata anche dalla Red Bull, dal punto di vista dello sviluppo tecnico.

La perfezione teutonica ha fatto si che sin dalla partenza non vi fosse discussione per vittoria e secondo posto: Lewis Hamilton e Valtteri Bottas nell’ordine, adeguatamente istruiti per evitare di dare corso a successive ed invadenti polemiche: Hamilton davanti, Bottas a protezione, di chi verrebbe da domandarsi che i distacchi sono abissali ed alle loro spalle sono apparse perentorie le Red Bull.

Il “caos” all’italiana ha fatto si che non solo Vettel e Raikkonen non fossero in grado di impensierire Hamilton ma che entrambi fossero lontani dalla zona podio. Per entrambi lo stesso errore che ripetono da “sempre” quando si trovano alle spalle o a stretto contatto da Max Verstappen, specialmente a partire da Singapore dell’anno passato e avendo come risultato l’uscita di scena dalle possibilità di competere per il titolo iridato piloti quello, economicamente più ambito, del Campionato Costruttori.

Se le cose continuano inquietanti in questa direzione non è impossibile che si perda anche la seconda posizione.

Risultato: costerebbe molto caro a suon di milioni di dollari.

Mancano ancora 4 gare alla fine del campionato e da Maranello hanno una decina di giorni per cercare di raddrizzare la “baracca” almeno dal punto di vista tecnico visto che da quello umano si deve già pensare al prossimo anno per rifondare la parte tecnica ed organizzativa della squadra.

Una rifondazione all’interno della GES e sulla pista.

La scomparsa di Sergio Marchionne ha fatto si che il suo piano di organizzazione orizzontale, sia per la parte tecnica, sia per quello per quanto avviene in pista il tutto è rimasto nel limbo con un rigurgito di sensazioni e di situazioni “velenose” mai sopite.

John Elkann, presidente, e Louis Camilleri come AD hanno una bella gatta da pelare.

Sembra trovare sempre più concretezza che i tecnici del reparto corse e dell’aerodinamica abbiano perso un buon punto di riferimento, per analisi e suggerimenti, con la partenza di Daniel Kvyat in zona simulatore.

Bisogna trovargli un degno sostituto e comunque prevedere una maggiore presenza dei piloti titolari per analizzare le soluzioni proposte visto il triplo passo da gambero che si è concretizzato dall’estate.