Nel rally Città di Modena si è notata una cosa che ha portato a correlare quanto successo alle abitudini della F1, ovvero due contendenti per la vittoria finale, Ferrari e Mercedes, mentre alle loro spalle non diciamo il nulla ma distacchi che non hanno mai messo sotto pressione Dalmazzini-Ciucci, vincitori, e Rusce-Farnocchia arrivati alle loro spalle con un distacco da volata ciclistica, distacchi nell’abito dei decimi, dopo 70 km. di prove speciali cronometrate.
I terzi, invece, Villani-Amadori iscritti nella stessa classe R5, hanno registrato un distacco considerevole, oltre il munito e mezzo, ed hanno raggiunto il terzo gradino del podio senza essere alla volta di poter impensierire chi stava lottando per la vittoria.
Il parallelo con la F1 è un pò forzato in quanto il pubblico spalmato lungo il tracciato delle P.S, non ha immediatamente la concezione di qualifica con in risultato cronometrico di ogni singolo punto in cui ci si trova a guardare i singoli passaggi.
Questo in particolare quando le differenze sono basate sui soli decimi di secondo a fronte dei secondi o i minuti degli avversari. L’interesse per l’agonismo e le prestazioni rimane invariato e lo si concretizza solo nell’attimo in cui si va a visualizzare la classifica della prova o quella assoluta aggiornato progressivamente.
Una netta superiorità incide invece, in modo massivo, sulla iscrizione alle gare, oggi definibili abbastanza onerosa, da parte di quei piloti che sanno già di partire, per un motivo o per l’altro, battuti in partenza dovendosi accontentare delle posizioni di rincalzo, almeno per quanto concerne la classifica assoluta.
Il vero valore dei Rally è quello, come lo era la Mille Miglia, di portare lo spettacolo agonistico a casa della gente, senza richiedere agli stessi grosse spese di trasferta e per i biglietti d’ingresso in pista.