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Dopo sei giorni di coma a 92 anni per problemi cardiaci ieri sera alle 23.45 si è spento Don Sergio Mantovani cappellano dei piloti

Un altro tassello della Modena Automobilistica non c'è più-

Ieri sera alle 23,45, per un problema cardiaco che lo aveva portato a cadere in coma oltre 6 giorni orsono, dopo un ultimo disperato tentativo di intervento per applicare un by pass, è morto all'età di 92 anni don Sergio Mantovani il cappellano dei piloti e cappellano emerito della parrocchia della Crocetta, a Modena.

Per la prima volta dopo una vita in cui era sempre stato presente al G.P. di Monza quest'anno aveva dovuto saltare l'appuntamento.

Personaggio carismatico nell'automobilismo, amico intimo di Enzo Ferrari ed anche di Bernie Ecclestone nonché di una generazione di piloti che in buona parte sono scomparsi.

In particolare quelli che nel 1961 capitanati da Fangio, si presentarono in massa all'inaugurazione dell'asilo che don Sergio aveva fatto costruire nei terreni limitrofi alla sua chiesa parrocchiale che dovette far poi demolire definitivamente quando diroccata da tempo era oggetto di cattive frequentazioni.

La costruzione dell'asilo fu uno dei suoi primi contrasti con il mondo della politica e sociale in quanto quella zona era una delle più politicizzate e di sinistra della città e l'asilo realizzato della chiesa dove chi lavorava nelle fabbriche della zona in particolare la Maserati portavano i figli per poter andare a lavorare, risultò essere molto indigesto all'amministrazione ed ai partiti della sinistra.

La sua passione per le vetture veloci lo portò a non resistere all'offerta del conte Volpi di Misurata di guidare all'interno del vero ed unico Autodromo di Modena una biposto corsa della Scuderia Serenissima. Uscirono delle foto ed i giornali all'estero non mancarono di chitarre sull'ingresso della SCV Scuderia Città del Vaticano, nelle competizioni.

Uomo di chiesa ma anche un uomo dal carattere forte che ha interpretato la propria missione sempre in prima linea e forse anche "border line" come quando si consegno nelle mani dell'anonima sequestri sarda per consentire all'ing.Giulio De Angelis, padre di Elio, di racimolare la cifra necessaria a pagare il riscatto.

Quando la cosa diventò inevitabilmente pubblica, in quanto Don Sergio ebbe la sfortuna di incappare in un suo parrocchiano in vacanza mentre lui si recava all'appuntamento per effettuare lo scambio, ebbe non pochi problemi all'interno della curia al massimo livello.

Poi la vicenda che gli portò il soprannome di "don Ruspa" con relativo e chiacchierato processo in città su cui tutti i suoi parrocchiani presero una posizione molto forte e su cui getto della benzina sul fuoco delle polemiche anche Enzo Ferrari che aveva dato disposizioni affinché tutte le mattine il suo autista Dino portasse arance in carcere.

Dopo la costruzione dell'asilo, che ancor oggi gli dava problemi in quanto le galline francesine che vivono libere all'interno del cortile sarebbero in contrasto, per motivi d'igiene con la presenza dei giovani frequentatori della struttura, della nuova chiesa parrocchiale, ha continuato la sua attività sociale realizzando la "Casa del Sole" un ricovero per le persone anziane, dove ha vissuto gli ultimi anni della sua vita il pilota Gigi Villoresi.

Villoresi che gli creò non pochi problemi all'interno e non solo della struttura, con una carrozzina motorizzata che gli era stata donata dall'UIGA l'Unione italiana Giornalisti dell'Automobile, e con cui lui si muoveva con le stesse velleità velocistiche di quando era pilota.

Il suo "motto" era: " Alla mia morte il corpo alla terra, l'anima a Dio e se ho ancora debiti questi alla curia"

Non sazio di tutto quello che aveva già realizzato per la comunità alla fine realizzò anche una modernissimo palestra su due piani dove nel piano inferiore vi erano collocate e suddivise molte attività

immagini dall'archivio personale di Don Sergio