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L’Aci solleciti delle strade ed una viabilità 4.0 non ancora quella del 1800 per molte città italiane

Attraverso un’equa leva fiscale sulla mobilità si può stimolare la ricerca verso combustibili a sempre più basso impatto ambientale, incentivare nuovi propulsori più efficienti, promuovere nuove forme di analisi dei dati per la prevenzione degli incidenti ed orientare al meglio le scelte politiche per migliorare i comportamenti di guida. È quanto è emerso a Milano, durante il weekend del Gran Premio d’Italia di Formula1, nel corso del workshop “Fisco, Ambiente, Sicurezza e Salute”, organizzato dall’Automobile Club d’Italia con l’intervento di Regione Lombardia, Regione Liguria, Istat, Eni e Università “La Sapienza” di Roma.

Peccato che tutti questi discorsi non tengano conto del rendiconto economico necessario a cambiare auto in una famiglia che non sa assolutamente se vi sarà un domani di lavoro, di pensione.

Per queste incertezze il parco automobilistico invecchia in quanto indispensabile per l’accesso al lavoro ai centri commerciali che hanno “ucciso” tutti i piccoli negozi sotto casa, sempre in presenza di un trasporto pubblico assente a fronte delle vere necessità del quotidiano lungo strade che sono sempre più un parcheggio che rallenta la mobilità a livelli sempre più bassi.

L’Aci deve intervenire in questa direzione contrastando politiche dissennate in cui nessuna delle altre forme d’inquinamento viene così tartassata.

“La sicurezza della circolazione e la tutela della salute sono i cardini dell’Automobile Club Italia – ha dichiarato Salvatore Moretto, Direttore ACI del Servizio gestione Tasse automobilistiche – e la cronaca di questi giorni dimostra come tali obiettivi dipendano dalle infrastrutture, dai dispositivi di sicurezza del veicolo, dall’efficienza dei motori e dei combustibili, ma soprattutto dai corretti comportamenti di guida: ancora oggi 9 incidenti su 10 sono causati dal comportamento scorretto del conducente”.

L’anno scorso in Italia 174.933 incidenti stradali hanno ucciso 3.378 persone, con costi sociali superiori a 19,3 miliardi di euro, pari a oltre 1,1% del PIL. Il tema della sicurezza tocca da vicino anche il lavoro: 322 incidenti mortali sono avvenuti durante gli spostamenti di lavoro.

Statistiche sempre più efficaci possono orientare al meglio gli interventi a livello nazionale e locale. Proprio per questo, Monica Scannapieco, Responsabile del Servizio Architettura Integrata dei dati e dei processi di Istat, ha annunciato che “l’Istituto Nazionale di Statistica ha avviato un programma innovativo di smart statistics, con sistemi integrati di dati che sfruttano anche le nuove fonti come Google Traffic e Waze. Attraverso un’ampia mole di dati georeferenziati si possono integrare le analisi a supporto di tutte le scelte strategiche sulla mobilità”.